Antico Ordine 1118/9-1314 – Nuovo Ordine dal 1983
ELENCO E BREVE BIOGRAFIA
1. Hugues De Payens o Payns (Ugo Peano da Mondovì? 1070 c.a. – 1136; raffigurato nella stampa a colori qui a fianco). Fu Maestro Generale dell’Ordine dal 1118 al 1136. Per alcuni era originario dell’Ardèche, per altri della Champagne, ma da studi recenti sembra che si chiamasse Ugo Peano e fosse originario della frazione di Breolungi, attuale borgo di Breo di Mondovì, che, all’epoca dei fatti, era il centro principale della contea alto-medievale di Bredolungo, citata nei documenti come “Comitatus Bredulensis” e infeudata al vescovo di Asti (in basso a sinistra la probabile casa natale del Peano in Via Beccaria, ritratta in una foto di molti anni fa). Durante la prima crociata Peano fece conoscenza del conte Hugues de Champagne che lo seguì in un pellegrinaggio a Gerusalemme nel 1104. Ritornò in Terrasanta nel 1114 con altri cavalieri e con loro diede vita al primo nucleo di cavalieri per la custodia dei luoghi del Santo Sepolcro e del tempio di Gerusalemme. Nel 1118 (o 1119) fondò con un gruppo ristretto di cavalieri (si conoscono i nomi di otto cavalieri:(Bysol de Saint Omer, Andrè de Montbard zio di San Bernardo da Chiaravalle, Archambaud de Saint Aignan, Gondemar, Rossal, Jacques de Montignac, Philippe de Bordeaux e Nivar de Montdidier) l’Ordine dei “Poveri Cavalieri di Cristo” che l’anno successivo, dopo aver pronunciato i voti monastici, diventarono Cavalieri del Tempio di Gerusalemme o di Salomone (Templari). Nel 1127 Ugo Peano fu inviato in Europa da re Baldovino II per ottenere aiuti e per consegnare una lettera a Bernardo da Chiaravalle nella quale si proponeva la redazione di una “regola” e la sollecitazione del riconoscimento ufficiale dell’Ordine del Tempio da parte del Papa. Viaggiò in Europa per due anni, durante i quali operò arruolamenti di nuovi cavalieri ed ottenne significativi aiuti finanziari per l’Ordine. Dopo il Concilio di Troyes (1128-29), durante il quale fu ufficializzata la “regola” templare, Ugo Peano tornò in Terrasanta dove morì il 24 maggio 1136 ed i suoi funerali furono occasione d’una grande parata templare a Gerusalemme.
2. Robert de Craon ( ? – 1147). Fu Maestro Generale dell’Ordine dal 1136 al 1147. Originario della regione del Vitrè, terzogenito del signore di Craon e d’Enagen, Robert de Bourgoing, succedette al Peano nel giugno del 1136 dopo aver ricoperto la carica di Siniscalco dal 1132 al 1135, ed esser stato uno dei nove cavalieri fondatori. Sotto il suo mandato papa Innocenzo III concesse ufficialmente all’Ordine, con la bolla “Omne Datum Optimum” del 1139, importantissimi privilegi di natura economica e amministrativa. Tra questi, l’autorizzazione di costruire oratori, cimiteri, cappelle e chiese proprie, l’esenzione da tasse e da decime episcopali, il diritto d’impossessarsi dei bottini di guerra, la redazione delle modalità d’elezione dei Sovrani Maestri Generali. Robert de Craon fu soprattutto un fine diplomatico ed un attento amministratore: dopo avere rifiutato l’eredità troppo gravosa del Regno d’Aragona offerto all’Ordine da re Alfonso, si adoperò per un sempre migliore funzionamento delle strutture del Tempio, in genere dei possedimenti in Medio Oriente e in Europa. Condusse campagne militari per controbattere i predoni islamici, controllati dall’emiro d’Aleppe Al Asouard, che operavano nei territori di Beaufort e di Banyas. Fu coinvolto nella disfatta militare dell’esercito cristiano a Teqoa, durante la quale l’eroismo di una colonna di cavalieri templari da lui comandati rese meno pesante la sconfitta. Alla morte del re cristiano di Gerusalemme, Folco d’Angiò, intraprese iniziative diplomatiche tra la vedova Melisenda e i figli, senza però riuscire nell’intento, come non riuscì ad evitare la caduta in mano musulmana della città di Edessa (1144). Accanito fautore di un nuovo intervento degli eserciti europei in Terrasanta, morì nel gennaio del 1147 senza aver potuto vedere il concretizzarsi della nuova spedizione militare in Palestina di re Luigi VII e di Corrado III.
3. Everard des Barres (1113 – 1174). Fu Maestro Generale dal 1147 al 1151. Nacque a Meaux en Champagne. Entrò giovanissimo nell’Ordine e nel 1143 divenne gran precettore per i territori francesi. Eletto alla morte del De Craon nel 1147, convocò immediatamente il Capitolo Generale del Tempio a Parigi, dove fu deciso l’appoggio militare alla “seconda crociata”. Assunse personalmente il comando delle operazioni militari, riuscendo a salvare da un’imboscata la colonna di armati del re francese Luigi VII nelle gole di Pisidie, alle falde del monte Kadmos, in Anatolia. Si fece promotore di un prestito in denaro al sovrano di Francia, atto che costituì il primo dei futuri e reiterati prestiti finanziari dell’Ordine ai monarchi francesi (debiti quasi mai onorati). Accompagnò Luigi VII al ritorno in Francia dopo la deludente campagna militare e, a Parigi, indisse un nuovo Capitolo Generale dell’Ordine per risolvere incombenze di natura amministrativa. Nel 1151 abdicò ed entrò come semplice monaco nel convento cistercense di Clairveaux. Vi rimase per 23 anni fino alla morte.
4. Bernard de Tremelay (? – 1153) Fu Maestro Generale dal 1151 al 1153. Figlio del borgognone Humbert de Tremelay, precettore di Lès Dole, fu eletto a Parigi. Quindi raggiunse la Terrasanta, dove re Baldovino III gli consegnò, facendone dono all’Ordine, la città fortificata di Gaza. Qui intraprese possenti lavori di fortificazione, lavori che estese alle roccaforti di Giaffa e d’Arsuf, di Daron e della cosiddetta “Roccia Tagliata”. Seguì il sovrano di Gerusalemme nella campagna contro il sultano Nur Al Din asserragliato in Ascalona. La spedizione ebbe termine nel 1153 con la caduta in mano cristiana della città e con la morte in battaglia dello stesso Tramelay, il cui cadavere decapitato fu esposto, insieme con quelli d’altri quaranta cavalieri, sugli spalti della città prima di essere espugnata. Bernard de Tramelay è ricordato come un abile organizzatore e come un prode guerriero.
5. André de Montbard (? – 1156). Fu Maestro Generale dal 1153 al 1156, ultimo tra i fondatori dell’Ordine. Originario della Borgogna e zio di San Bernardo di Chiaravalle da parte di madre, già Gran Siniscalco del Tempio, accettò il magistero generale immediatamente dopo la morte del predecessore, durante l’assedio d’Ascalona, per contrastare la nomina a Maestro Generale del favorito del re di Francia, Guglielmo de Chanaleilles, la cui nomina avrebbe permesso alla monarchia francese, già impegolata nell’affare dell’increscioso ripudio d’Eleonora d’Aquitania, un diretto controllo sull’Ordine Templare. Soltanto un anno dopo abbandonò la carica per ritirarsi nel convento di Clairvaux, come già fece Evrard des Barres. Morì il 17 ottobre 1156 in età avanzata.
6. Bertrand de Blanquefort (1109 – 1169). Fu Maestro Generale dal 1156 al 1169. Figlio cadetto del Signore di Guienna, Godefroy de Blanchefort, entrò giovanissimo nelle file dell’Ordine. La sua elezione a Sovrano fu decisa mentre il predecessore era ancora in carica. Fu fatto prigioniero dai musulmani durante la campagna militare di Baldovino III contro Ascalona, rimanendo prigioniero a Damasco per quasi tre anni, fino a quando l’imperatore di Bisanzio Manuele I Comneno non lo riscattò insieme ad altri prigionieri cristiani. Fu uno dei massimi fautori della compilazione dei cosiddetti “Retrais” (Ritiri), un codice di norme comportamentali dei Cavalieri del Tempio. Divenuto Maestro Generale intraprese a fianco dell’Ordine Gerosolimitano Ospedaliero (l’attuale Sovrano Militare Ordine di Malta) la campagna militare contro il sultano fatimida d’Egitto voluta da re Amaury I. Conclusa la campagna, Blanchefort rifiutò allo stesso sovrano di intraprenderne un’altra per rimanere fedele al trattato di non belligeranza stilato nel 1167 tra il Tempio e i fatimidi d’Egitto. Morì a Reims il 2 febbraio 1169.
7. Philippe de Milly (1128 – 1178). Fu Maestro Generale dal 1169 al 1170. È citato anche con il nome di Philippe de Napoulouse (Naplouse), nome che riprende il termine francese di poulen “puledro”, com’era indicato chi, quantunque figlio d’europei, fosse nato e cresciuto in Terrasanta e ne avesse acquisito le usanze. Egli era infatti figlio di un cavaliere crociato, Guy de Milly, divenuto signore della città di Krac, e di Stephanie, una ricca ereditiera. Altri autori riferiscono il suo soprannome alla signoria della città di Naplouse che assunse cambiandola con quella di Montreal. Inizialmente valoroso cavaliere secolare, rimase vedovo in giovane età. Così poté entrare nell’Ordine nel 1168, un anno prima di divenire Maestro Generale, elezione dettata da motivi diplomatici volti a rafforzare l’unione tra l’Ordine del Tempio con il sovrano Amaury I, già compromessa dal suo predecessore. Raggiunto lo scopo, come fecero altri, si fece monaco cistercense e si ritirò dal 1171 in un convento della Provenza rimanendovi fino alla morte.
8. Eudes de Saint Amand (? – 1180). Fu Maestro Generale dal 1170 al 1180. Originario della regione francese del Limousin, fu un capo forte, temerario, devoto, attivo e coraggioso. Sulla base dei privilegi ottenuti dall’Ordine, si rifiutò di consegnare a re Amaury I nel 1172 un capitano templare, tale Gautier du Mènil, accusato di aver assassinato un emissario ismailita. Fu anche un abile condottiero, e le vittorie riportate contro gli eserciti musulmani di Al Sal Adin ne diedero testimonianza. Si distinse specialmente nella vittoriosa battaglia di Montgisart che, oltre ad accrescere la fama di potenti guerrieri, portò ai Templari consistenti ricchezze in donazioni territoriali. Nel 1179 l’Ordine terminò la costruzione della fortezza di Chastellet nei pressi del “Guado di Giacobbe”. Il sultano Sal Al Adin, considerando la fortificazione un ostacolo per lo spostamento delle sue armate, protestò e ne chiese l’abbattimento al re lebbroso Baldovino IV, poiché la costruzione del forte avrebbe violato il trattato di pace stilato dopo Montgisard. Il De Saint Amand si oppose con fermezza a tale iniziativa che poco più tardi, per il rifiuto dello stesso sovrano cristiano, divenne motivo di una nuova guerra con il sultano. Le fasi della campagna militare, cui partecipò anche l’Ordine Ospedaliero, non furono favorevoli per i cristiani. Chastellet fu rasa al suolo nel 1179, lo stesso Eudes de Saint Amand cadde prigioniero dei musulmani nel corso di un combattimento e morì nelle prigioni di Damasco un anno più tardi, dopo aver rifiutato di consegnare al sultano il denaro per il proprio riscatto.
9. Arnaldo di Torroya (1110 – 1184). Originario di Venezia, fu Maestro Generale dal 1180 al 1184. È noto anche con il nome d’Arnaud de Toroge. Già Gran Precettore di Provenza e d’Aragona, e gran combattente contro i Mori in Spagna, fu eletto a 70 anni d’età. Il suo mandato fu tormentato dalle lotte tra l’Ordine Templare e quello Ospedaliero. Appianate le rivalità grazie alla mediazione del Papa Lucio III e di re Baldovino IV, intraprese un viaggio in Europa insieme al Gran Maestro dell’Ordine dell’Ospedale per sollecitare una nuova crociata in Terrasanta contro Sal Al Adin, presso la Santa Sede e presso il sovrano di Francia. Si ammalò durante il viaggio e morì a Verona il 30 settembre 1184.
10. Gérard de Ridefort (1141 – 1189). Maestro Generale dal 1184 al 1189. Fu una singolare figura d’avventuriero che raggiunse alti onori e cariche molto elevate. Nacque in Fiandra e, giovanissimo, si pose al servizio, prima del conte Raimondo III di Tripoli, poi di Guido di Lusignano al quale propiziò l’ascesa sul trono di Gerusalemme alla morte di Baldovino IV, nel 1186. Nel 1183 entrò nel Tempio diventando subito Siniscalco dell’Ordine della Città Santa. L’anno successivo fu eletto Maestro Generale tra lo stupore di tutta la cristianità orientale. Il suo mandato si svolse in un periodo assai torbido e confuso nello scacchiere militare e politico della Terrasanta, durante il quale si concentrarono gli sforzi di rivincita del sultano Sal Al Adin, le mire espansionistiche di Guido di Lusingano e l’orgoglio di Raimondo III. Questi fatti determinarono una situazione che Ridefort non riuscì a controllare. Anzi, il suo insensato atteggiamento portò al massacro di 90 cavalieri templari alle Fonti di Seforia ed all’annientamento di altri 150. Partecipò alla battaglia dei Corni di Hattin del 1187, nella quale un esercito di trentamila cristiani fu completamente annientato dalle armate musulmane. Nel corso di questo scontro Ridefort fu fatto prigioniero insieme a 230 cavalieri templari, ma successivamente fu liberato dietro pagamento di un forte riscatto, mentre tutti i suoi compagni furono uccisi. Mai l’onore e il prestigio dell’Ordine Templare furono così duramente compromessi. Tuttavia Gérard de Ridefort riscattò in parte i suoi errori morendo eroicamente in combattimento a S. Giovanni d’Acri nel 1189.
11. Robert de Sablé (? – 1193). Fu Maestro Generale dal gennaio 1190 al 1193. Alla morte di Gerard de Ridefort il gran magistero templare rimase vacante per circa 18 mesi, tempo che fu necessario a ridefinire gli ordinamenti interni dell’Ordine affinché le situazioni create dal precedente maestro non si potessero più ripetere. Grande amico e sostenitore di Riccardo Cuor di Leone, fu di fondamentale aiuto al re britannico nella riconquista dei territori perduti, riscattando in tal modo l’Ordine dal calo di prestigio procurato dal suo predecessore. Partecipò alla riconquista di San Giovanni d’Acri nel luglio del 1191 delle fortezze del litorale palestinese. Nello stesso anno acquistò dal sovrano inglese l’isola di Cipro, strappata alcuni mesi prima ai bizantini, ma non seppe approfittare dell’importante posizione strategica offerta dall’isola che i Templari valorizzeranno soltanto dopo il 1291. Sablè morì il 13 gennaio del 1193 dopo aver riportato in appena due anni ai massimi livelli organizzativi e diplomatici l’Ordine Templare.
12. Gilbert Herail (1152 – 1201). Fu Maestro Generale dal 1193 al 1201. È spesso citato col nome di Gerbert d’Errail o di Herrail. Originario della Provenza, partecipò alla guerra contro i Mori in Spagna (la famosa “reconquista”), poi divenne Gran Precettore dei territori provenzali e Gran Visitatore dell’Ordine. Persona d’alta sensibilità spirituale, prudente e ragionevole, appena eletto al magistero generale si adoperò per condurre a buon fine le trattative di pace tra Riccardo Cuor di Leone con il sultano Sal Al Adin, ma non poté evitare che i rapporti tra Templari e Gerosolimitani Ospedalieri s’incrinassero ulteriormente e pesantemente dopo che papa Innocenzo III ebbe a confermare tutti i privilegi già concessi all’Ordine. In previsione d’iniziative papali che avrebbero portato ad un deterioramento dell’influenza templare in Europa, Herail intraprese una consistente e fruttuosa opera di consolidamento amministrativo dell’Ordine specialmente in Francia e in Italia. In questo quadro d’azione ottenne in appannaggio la fortezza spagnola dell’Alahambra dal sovrano d’Aragona Alfonso II. Morì nel dicembre del 1201, agli inizi della terza crociata.
13. Philippe de Plessiez (1165 – 1209). Originario d’Anjou, fu Maestro Generale dal 1201 al 1209. Partecipò alla seconda crociata come cavaliere secolare ma, colpito dal coraggio dei Cavalieri del Tempio, entrò nell’Ordine prendendone i voti. Divenne prima Maresciallo di Gerusalemme e poi Maestro Generale nella primavera del 1201. Con ogni probabilità favorì la messa in salvo della Sacra Sindone (custodita nella chiesa di Santa Maria delle Blacherne) durante l’assedio di Costantinopoli del 1204. Si adoperò costantemente per la pacificazione tra i principati cristiani e i sultanati musulmani di Palestina. Tale atteggiamento procurò, sia una crisi con i rappresentanti pontifici, che violenti contrasti con la monarchia armena, il cui rappresentante giunse addirittura a cacciare i Templari dai suoi territori e ad espropriarne i beni. Grazie ad efficaci passi diplomatici, il De Plessiez riuscì a riconciliarsi con la Chiesa di Roma ed a riottenere i possedimenti perduti in Armenia che, tuttavia, furono restituiti soltanto nel 1211. Nonostante le vicissitudini diplomatiche, sostenute anche riguardo agli altri ordini militari religiosi di Terrasanta, negli anni del suo magistero generale l’Ordine del Tempio raggiunse l’apogeo del suo splendore militare, politico ed economico. Philippe de Plessiez morì il 12 novembre 1209.
14. Guillaume de Chartres (? – 1218). Fu Maestro Generale dal 1209 al 1218. Originario della Champagne, entrò giovanissimo nell’Ordine a Tours. Il suo primo atto ufficiale da Sovrano Maestro Generale fu di sostenere l’incoronazione a re di Gerusalemme di Giovanni di Brienne. Si adoperò con successo per il rientro in possesso dell’Ordine delle fortezze armene e fece edificare il cosiddetto “Castello dei Pellegrini” sulla strada tra le città di Haifa e di Cesarea, fortilizio che, secondo gli storici, avrebbe provocato ai musulmani danni più consistenti di tutti i rovesci militari subiti in due secoli. Incrementò la lotta contro i Mori di Spagna e, sotto il suo mandato, i Templari ottennero una grandiosa vittoria nella battaglia di Las Navas del 1212 vicino a Tolosa, e furono decisivi nella presa di Alcazar nel 1217. Nel corso della quinta crociata eseguì, suo malgrado, le direttive militari dei capi della spedizione contro l’Egitto. I contrasti per la supremazia del comando degli eserciti cristiani portarono ad un lungo assedio della città di Damietta e solo l’eroismo dei contingenti templari capitanati dallo stesso Maestro Generale poté risparmiare agli eserciti occidentali inutili stragi. Morì nel 1218 in seguito alle ferite riportate in combattimento a Seborga vicino a Bordighera, oggi in provincia di Imperia (Italia).
15. Pierre de Montaigu (? – 1232). Per alcuni storici era originario della Spagna, per altri di Virarais, (Linguadoca). Fu Maestro Generale dal 1219 al 1232. Gran Precettore dell’Ordine in Aragona, seguì il suo predecessore nelle battaglie per la conquista di Damietta. Immediatamente dopo l’elezione partecipò alle battaglie del “Delta del Nilo” a fianco di Cavalieri Ospitalieri e Teutonici, riportando prima brillanti vittorie, quindi salvando le armate cristiane da un sicuro rovescio militare. Fu negoziatore della tregua tra il sovrano di Gerusalemme e il sultano di Damasco, ottenendo la restituzione dai musulmani di territori strategici già strappati da Sal Al Adin, tra i quali il “Bosco della Vera Croce”, e la liberazione di migliaia di prigionieri cristiani catturati in battaglia. Alla ripresa delle operazioni militari, il Maestro Generale fu l’artefice della presa di Damietta, avvenuta il 5 novembre del 1219. La città cadde di nuovo in mano islamica due anni dopo, quindi si giunse ad una tregua di otto anni. Apertamente schierato a favore del re di Gerusalemme Giovanni di Brienne contro le mire congiunte del cardinale Pelagio e dell’Ordine degli Ospedaleri, il Montaigu seppe dimostrare grande abilità diplomatica e senso pratico. Soprattutto in occasione della calata in Terrasanta di Federico II di Svevia, quando l’imperatore spezzò i già fragili equilibri politici esistenti tra i cristiani dei luoghi santi. Il Maestro Generale del Tempio, sorretto in quest’occasione dagli Ospedalieri, assunse ferme posizioni contro l’Hohenstaufen che, peraltro fomentava in Europa, e soprattutto in Italia, sentimenti di rivalsa contro i Templari. In più di un’occasione l’imperatore Federico infatti sostenne l’esproprio dei beni dell’Ordine e le uccisioni di quei Templari che non volevano sottostare alle imposizioni. La negoziazione di pace tra Federico II e il sultano dell’Egitto indusse il Maestro Generale ad accusare pubblicamente l’Hohenstaufen d’accaparramento indebito e di ladrocinio delle ricchezze che erano appannaggio dei cristiani di Terrasanta. Lo spodestamento dal trono di Gerusalemme di Giovanni di Brienne e la conseguente incoronazione di Federico II fece scoppiare focolai di rivolta contro l’imperatore il quale, a sua volta, accusò il De Montaigu d’averli sostenuti con le armi. Sotto il peso della scomunica, e pressato da gravi avvenimenti politici in Europa, Federico II fuggì precipitosamente dalla Palestina con il suo esercito ormai stremato e inseguito da contingenti di Cavalieri Templari e Gerosolimitani che ne vigilavano gli spostamenti. Negli anni successivi Montaigu si sforzò di difendere con le armi ciò che rimaneva dei principati cristiani in Terrasanta. Probabilmente morì nel gennaio del 1232.
16. Armand de Périgord (1178 – 1247). Fu Maestro Generale dal 1232 al 1245. Originario di una famiglia nobile dell’Alsazia francese, entrò giovane nell’Ordine assumendo dopo pochi anni la carica di Gran Precettore per le province italiane di Calabria e di Sicilia. Non è certa la sua identificazione con Ermanno di Pierre Grossi, cavaliere templare di rango, molto citato in documenti italiani riferenti all’Ordine, della prima metà del ‘200. Spinto da situazioni che indussero l’Ordine allo scontro armato coi musulmani, non seppe gestire le circostanze subendo ripetuti disastrosi rovesci. Il più celebre rimane quello della città di Darbsach nel 1236, nel quale 130 cavalieri ed un migliaio di soldati cristiani appiedati rimasero accerchiati e poi massacrati dalla cavalleria e dagli arcieri musulmani. Fu in quest’occasione che il vessillo templare, il Baussant, cadde per la prima ed unica volta in mano al nemico. Il magistero di Périgord si contraddistinse anche per le ripetute controversie tra gli ordini militari cristiani di Palestina. Urgeva la necessità d’una tregua coi musulmani ma, mentre i Teutonici e i Gerosolimitani (Ospedalieri) propendevano per l’accordo col sultano d’Egitto, i Templari volevano trattare con quello di Damasco. I contrasti cessarono agli inizi della sesta crociata. Gli ordini militari, che non si associarono alla spedizione, riuscirono a trattare la vita di molti prigionieri sia col sultano dell’Egitto che con quello di Damasco. Quest’ultimo, inoltre, nel 1244 chiese ufficialmente l’aiuto e l’alleanza militare a Perigord per arrestare l’avanzata dei Mongoli provenenti dal nord-est dei territori damasceni, peraltro alleati con il sultano dell’Egitto. Lo scontro frontale fu inevitabile. Nei pressi della città di Laforbie, il 18 ottobre dello stesso anno, l’esercito degli ordini militari, riappacificati per l’occasione, e del sultano damasceno fu quasi completamente annientato. Nella battaglia del 17 ottobre del 1244 a Gaza al Monte Tabor, trovarono la morte in combattimento 300 cavalieri. Perigord cadde prigioniero del nemico terminando i suoi giorni in prigionia nel 1247.
17. Guillaume de Sonnac (? – 1250). Fu Maestro Generale dal 1247 al 1250. Fu Gran Precettore dell’Ordine per l’Italia e per il Poitou dal 1236. Le scarse notizie sul suo conto lo presentano come un uomo saggio e prudente. Riorganizzò gli archivi e le gerarchie dell’Ordine e sistemò in luoghi sicuri i documenti archiviati. Fu al fianco di re Luigi IX il Santo durante la settima crociata e partecipò con forti contingenti di cavalieri a tutte le operazioni di guerra. Fu coinvolto nella sconfitta del secondo Mansourah, dove fu gravemente ferito ad un occhio nel corso della battaglia. Morì con la spada in pugno il 3 luglio del 1250 nella battaglia di Bar Al Saghir vicino a Damietta.
18. Renaud de Vichier (1198 – 1256). Fu Maestro Generale dal 1250 al 1252. Originario della Champagne, ricoprì le più alte cariche dell’Ordine prima di esserne eletto. Fu Gran Maresciallo e Gran Precettore di Francia e di San Giovanni d’Acri. Alcuni giorni dopo lo scontro di Bar Al Saghir re Luigi IX cadde in un’imboscata tesa da soldataglie mamelucche e da queste consegnato al sultano d’Egitto. Per raggiungere l’importo richiesto per il riscatto del sovrano, mancavano circa trentamila scudi dalle casse francesi. Guillaume de Joinville, cassiere e cronista della crociata al seguito di Luigi, chiese allora un prestito di pari importo al Maestro Generale templare, il quale rifiutò di concederlo sottolineando di non avere la disponibilità di denaro che non gli apparteneva. Su consiglio dello stesso Vichiers si organizzò allora uno stratagemma per cui Joinville avrebbe dovuto usare la violenza contro il Sovrano Maestro Generale. Secondo i regolamenti dell’Ordine, soltanto in questa condizione si sarebbe potuto concedere il denaro. Joinville allora brandì un’ascia e si scagliò contro il De Vichier che, fingendosi spaventato, aprì il forziere contenuto nella stiva della nave su cui si svolse la pantomima, consegnò il denaro, e il monarca fu liberato. In seguito a tale episodio si dimise dalla carica e si ritirò in un monastero cristiano della Siria fino alla morte avvenuta il 20 gennaio 1256.
19. Thomas Bérard (? – 1273). Fu Maestro Generale dal 1252 al 1273. Il suo fu il magistero più lungo nella storia dell’Ordine. Il suo nome è spesso riportato come Thomas de Bérard, o anche come Tommaso Berardi. Le notizie storiche che lo riguardano sono scarse e contraddittorie, e si concentrano sui contrasti avuti con l’Ordine dei Gerosolimitani (Ospedalieri). In proposito esistono notizie per le quali a San Giovanni d’Acri si sarebbe verificata, nel periodo compreso tra il 1257 e il 1258, una sorta di sanguinosa faida tra fautori del blocco Tempio-Repubblica di Genova contro il blocco Ordine Gerosolimitano-Repubblica di Venezia. Le controversie sembrerebbero essersi appianate nel 1264 quando i due Ordini si allearono contro il sultano d’Egitto, il mamelucco Baybars, che aveva cinto d’assedio la stessa città di Acri, peraltro senza successo. Nello stesso anno i due Ordini conquisteranno la fortezza di Lizon e batteranno l’esercito mamelucco nel territorio d’Ascalona. In seguito vi fu la controffensiva di Baybars. In questo frangente Bérard assunse personalmente la difesa della fortezza templare del “Castello dei Pellegrini” e della città d’Arsuf contro gli attacchi musulmani che, tuttavia, ebbero buon esito nonostante le gravissime perdite. Dopo la resa della città furono fatti prigionieri più di cento Cavalieri del Tempio, tra i quali un Gran Maresciallo. Poi il sultano d’Egitto volse le sue armate contro la città di Safed nella quale si trovava Bérard. La piazzaforte cristiana cadde nonostante l’eroismo dei difensori, sopraffatti dalle malattie e dal gran numero degli assalitori. Certi cronisti del periodo fanno sapere che sarebbe caduto prigioniero e che avrebbe avuto salva la vita rinnegando pubblicamente la religione cristiana. I principati cristiani dei luoghi santi cominciavano a vacillare, e a nulla valse indire un’ulteriore crociata. La spedizione s’infranse nel disinteresse quasi totale dei potenti europei, tanto che fu necessario stilare nel 1271 un trattato di tregua di dieci anni con i musulmani. Thomas Bérard sarebbe morto nel 1273.
20. Guillaume de Beaujeu (1233 – 1291). Fu Maestro Generale dal 1273 al 1291. Rampollo della nobile famiglia dei Beaujolais imparentata con gli Artois e con gli Anjou, entrò nell’Ordine appena ventenne, distinguendosi per le sue spiccate capacità organizzative. Dopo alcuni anni gli fu affidata la carica di Gran Precettore per l’Italia e quindi per i territori di Tripoli Sinaica. Fu consigliere di papa Gregorio X e, proprio durante quest’incarico, fu eletto Maestro Generale dell’Ordine. Si trasferì in Terrasanta due anni dopo la sua elezione, ponendo definitivamente la sede dell’Ordine a San Giovanni d’Acri. Quattro anni dopo, entrò in contrasto per questioni territoriali col sovrano di Cipro che, per tutta risposta, ordinò la confisca dei possedimenti templari presenti nell’isola. Intrattenne relazioni amichevoli con Baybars per non appesantire le condizioni militari dei principati cristiani impegnati in continue lotte contro una nuova invasione delle popolazioni mongole. Nel 1288, alla morte del sultano d’Egitto, il successore Qalawun ruppe la tregua coi cristiani sottoscritta nel 1271. Come primo atto di guerra il nuovo sultano attaccò e conquistò la città di Tripoli Sinaica il 26 aprile del 1289. Poi, assumendo a pretesto il massacro di mercanti musulmani perpetrato nei pressi di Acri da una compagnia di soldati lombardi, alla fine dello stesso anno Qalawun portava il suo enorme esercito nelle vicinanze della città esigendo la consegna dei responsabili della strage e di una forte somma di denaro. Nell’impossibilità di soddisfare la richiesta e pressato dalla minaccia di un lungo assedio, il De Beaujeu decise di ricorrere ad uno stratagemma: consigliò ai notabili della città di consegnare al sultano tutti i condannati a morte presenti nelle prigioni d’Acri spacciandoli per i responsabili dell’eccidio, ma Qalawun moriva improvvisamente nel corso delle trattative. Suo figlio Al Asraf Khalil prendeva in mano la situazione e, dopo aver sventato la rivolta di alcuni suoi dignitari, decideva di porre assedio a San Giovanni d’Acri il 5 aprile del 1291. Alla difesa parteciparono tutti gli ordini militari e alcuni contingenti ciprioti di cavalleria, dimenticando gli attriti e i contrasti che li avevano fino allora divisi. I combattimenti si protrassero per alcuni giorni in modo particolarmente violento. Nella notte tra il 15 e il 16 aprile, il Sovrano Maestro Generale templare tentò una sortita dalle mura con oltre trecento cavalieri per distruggere le macchine da guerra dell’esercito assediante. L’azione riuscì solo in parte, ma l’impresa procurò agli assediati un forte incitamento psicologico a resistere. Un mese più tardi arrivò a sostegno dei cristiani una colonna d’armati fornita dal re Enrico II di Cipro. La battaglia che si sviluppò condusse all’apertura di una grossa breccia nelle mura d’Acri, ma soltanto il valore dei Cavalieri del Tempio riuscì a vanificarne le conseguenze. Il 18 maggio 1291, Al Asraf Khalil decise l’assalto finale alla città ormai stremata dall’indigenza alimentare e dalle malattie. La difesa fu lunga ed eroica, durante la quale Guillame de Beaujeu fu ferito a morte vicino al bastione detto di Saint Antoine, e spirò poche ore dopo. Nonostante i violenti attacchi degli infedeli, San Giovanni d’Acri resistette per altri giorni, tanti da consentire al maresciallo del Tempio Tebaldo Gaudini di portare in salvo i documenti ufficiali dell’Ordine e trasferire un forte contingente di cavalieri alla città franca di Sidone.
21. Tebaldo Gaudini (? – 1292). Originario della Provenza, fu Maestro Generale dal 1291 al 1292. Già maresciallo dell’Ordine a San Giovanni d’Acri, condusse alla salvezza gli sparuti contingenti templari dopo la caduta d’Acri. Morì nell’aprile del 1292 nel castello cipriota di Lasagette.
22. Jacques de Molay (1244 – 1314). Fu Maestro Generale dal 1292 al 1314. Proveniente da una famiglia della piccola nobiltà della Borgogna, entrò nell’Ordine nel 1265 ad appena vent’anni d’età. Fu in Terrasanta nel 1270 e si presume che abbia partecipato alla difesa di San Giovanni d’Acri. Divenne Maestro Generale immediatamente dopo la morte di Tebaldo Gaudini (Thibaud de Gaudin). Si affrettò a riordinare le strutture organizzative del Tempio nei territori mediorientali e pose provvisoriamente la sede magistrale dell’Ordine nell’isola di Cipro. Nella primavera del 1293 si recò in Europa per rinnovare l’impegno dell’Ordine nelle relazioni internazionali. In questa veste fu alla corte di re Edoardo I d’Inghilterra, di Giacomo II d’Aragona e di papa Bonifacio VIII. Tornato a Cipro per appianare alcune nuove controversie sopravvenute con il locale sovrano, si adoperò per rendere fattibile un’alleanza provvisoria tra la cristianità cipriota e i popoli mongoli contro i musulmani mamelucchi. Il progetto fallì dopo la perdita dell’isola di Rouad e ripetute sconfitte nei territori della cosiddetta Piccola Armenia. De Molay portò la sede magistrale dell’Ordine a Parigi alla fine del 1298. Nel 1305 rifiutò di aderire al progetto, voluto dal re di Francia Filippo il Bello e proposto da papa Clemente V, di unificazione degli ordini religiosi militari, ma il suo rifiuto avrà pesantissime conseguenze per l’avvenire dell’Ordine Templare. Il 14 ottobre del 1307 fu arrestato dalla gendarmeria del monarca francese, insieme ad altri dignitari e cavalieri presenti nella casa madre dell’Ordine a Parigi, con l’accusa di alto tradimento, apostasia, idolatria, magia demoniaca e sodomia. Dopo aver confessato, sotto tremende e ripetute torture, fatti mai commessi e colpe mai avute, dopo aver passato sette anni di prigionia tra inimmaginabili sofferenze, finì per ricusare a Chinon davanti ad una commissione pontificia pubblicamente le proprie ammissioni di colpevolezza, unitamente ad altri cavalieri che ritrattarono le loro precedenti ammissioni. Hugues de Peraud, visitatore di Francia, Geoffroy de Charnay, precettore di Normandia e Geoffroy de Corneville, precettore d’Aquitania. Fu condannato a morte come relapso, ovvero come ritrattatore di confessioni già rese e, il 18 marzo del 1314 all’ora del vespro, di fronte alla folla atterrita, fu arso vivo su l’Ile des Juifs della Senna, non lontano dalla Cattedrale di Notre Dame di Parigi. Si racconta che prima di morire avvolto dalle fiamme, il De Molay abbia chiamato Dio a testimone dell’ingiustizia subita e lanciato la sua maledizione contro il re Filippo il Bello, il Papa Clemente V e tutti i persecutori dei Templari. Anatema terribile che si avverò. Alla fine di questo tremendo spettacolo, i resti bruciati del suo corpo e le ceneri furono raccolte dalla folla e conservate come reliquie.
23 Gianluigi Marianini (1917 – 2009). Fondatore del rinato Sovrano Militare Ordine del Tempio (Nuovo Ordine), è stato Maestro Generale dal 1983 al 2008, anno in cui abdicava diventando Maestro Generale ad Honorem. Nacque a Lanzo Torinese, in provincia di Torino, il 17 gennaio 1918. Appartenente ad una famiglia della piccola nobiltà, discendente di San Carlo Borromeo, ancora molto giovane, ma altrettanto precoce e preparato culturalmente, stringeva amicizia con Gabriele D’Annunzio e con Filippo Tommaso Marinetti. Conseguito il diploma di Maturità Classica col massimo dei voti al liceo Rosmini di Torino, dopo avere studiato per fare il sacerdote, Marianini si laureava in filosofia con il professor Marro, poi conseguiva una seconda laurea in giurisprudenza, intraprendeva l’attività di insegnante di filosofia, ed infine si laureava anche in diritto canonico. Primo vero personaggio della TV italiana, Marianini si fece conoscere dal grande pubblico partecipando al quiz di Mike Bongiorno “Lascia o raddoppia?” come esperto di storia della moda e del costume, diventando il campione più famoso e vincendo la finalissima per un monte premi di 5.120.000 lire (circa 60.000 euro attuali – 2011) devoluto in massima parte in beneficenza. Studiò satanismo, esoterismo e tenne diverse conferenze. Diventò direttore di alcuni centri culturali tra i quali il Centro Studi Don Sturzo ed il Circolo dei Ciclopi. Nel 1962 fu nominato “Esperto Demonologo” dal Cardinale Giuseppe Siri, suo buon amico ed Arcivescovo di Genova, nonché Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Nello stesso anno fu nominato dal Cardinale Giovanni Battista Montini, il futuro Papa Paolo VI, allora Arcivescovo di Milano, presidente d’una commissione molto riservata per indagare a fondo sul fenomeno del satanismo nelle città di Milano e di Torino. Entrava nella redazione de l’Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, per il quale ha curato una serie di interessanti servizi e reportage sui problemi dello spirito, dell’occulto e della vita dopo la morte. Alla fine degli anni ’70 tornava in video in un nuovo quiz condotto da Mike Bongiorno. Nel 1974 fu iniziato cavaliere Templare nell’Abazia di Staffarda da Fernando Campello Pinto Pereira de Sousa Fontes, Gran Maestro dell’Ordo Supremus Militaris Templi Hierosolymitani. Tuttavia Marianini rimase perplesso della sua scelta, preoccupato per il persistere della bolla pontificia Vox in Excelso emanata nel 1312 da papa Clemente V che prevedeva la scomunica ipso facto contro chiunque si professasse Templare. Con prudenza (dato anche il gran numero di varie e sedicenti obbedienze templari) proseguiva nel cammino templare e il 3 settembre 1981 a Lisbona fu nominato Gran Maestro dell’Ordine del Tempio da un gruppo di Templari Portoghesi (il Portogallo, insieme alla Scozia, è la vera patria dei Templari superstiti ai roghi del 1314 voluti da Filippo il Bello) che gli attribuirono anche il Motu Proprio, cioè la facoltà di disporre di tutti i poteri per esercitare sovranità immediata su tutto l’Ordine dei Templari. Ciò nonostante il professor Marianini, fervente cattolico, in quel momento non si sentì di andare avanti, e solo dopo l’annullamento della scomunica Vox in Excelso, sancito con la riforma del Diritto Canonico voluta da Papa Giovanni Paolo II nel 1983, riprese l’attività di Templare riunendo a Torino un primo gruppo di cavalieri. Nel 1989 tornava in Rai al fianco di Piero Chiambretti che lo scelse come figura storica della TV nel suo programma “Prove tecniche di trasmissione”. Negli anni ’90 condusse per Tele Cupole “Il corpo e l’anima” e “La notte è per i gatti” due programmi che trattavano del mondo del mistero e dell’occulto. Passava a GRP dove ebbe a condurre il programma “Marianini e l’etere”. Nel 1991 fu ancora Chiambretti a volerlo per “Goodbay Cortina”. Nel 1992 fu uno dei fondatori – e poi presidente onorario – dell’Orchestra Camerata Ducale che, col Viotti Festival di Vercelli, tramite incisioni discografiche e concerti in tutto il mondo, divulga l’opera del celebre compositore e violinista piemontese del XVIII secolo Giovanni Battista Viotti. Nel 1996, ormai ultrasettantenne, apparve in gran forma a “Il Laureato”, un altro programma di Chiambretti dove tenne brillantemente testa alle battute del vivace conduttore torinese. Nel 2006 la svolta, quando Marianini decideva di rifondare l’Ordine Templare, azzerando Motu Proprio tutti i precedenti ordini e sedicenti tali, e recuperando la vecchia regola. Nel 2008, ormai molto anziano, abdicava in favore del suo vicario – molto più giovane di lui – con cui aveva rifondato l’Ordine nel 2006, Andrea Guenna, che sarà confermato in tale carica dal Gran Capitolo. Il professor Gian Luigi Marianini moriva cristianamente a Vicoforte Mondovì il 25 gennaio 2009.
24 Andrea Guenna (Genova 1953 – vivente). Sposato senza figli, vive ad Alessandria (Italia) dove fa il giornalista. Nominato Maestro Generale Vicario il 18 novembre 2006 dal Maestro Generale Gianluigi Marianini, è stato eletto Maestro Generale dal Gran Capitolo il 23 febbraio 2008, al posto dell’ormai molto anziano Marianini che abdicava assumendo la carica di Maestro Generale ad Honorem.
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MAESTRI GENERALI DUBBI O NOMINATI AD INTERIM
1. Frere Evrard (? – 1153). Si presume che il magistero di questo dignitario dell’Ordine Templare sia durato soltanto alcuni giorni (forse tra i regni di Bernard de Tramelay e André de Montbard) e la sua elezione non risulta da nessuna parte.
2. Jean de Terric o Thierry Thèrence (? – 1184). Dal rapporto epistolare tra il papa ed il re d’Inghilterra risulta che sia stato solo Gran Precettore della Casa del Tempio di Gerusalemme e Maestro Generale ad interim in attesa delle dimissioni ufficiali del Maestro in carica Arnaldo di Torroia.
3. Richard de Bures (? – 1244). Non si hanno molte informazioni su di lui, se non che era il cappellano della fortezza di Chatel Blanc. Non fu mai eletto Maestro Generale. Tuttavia, non essendovi più notizie del Maestro Generale Armand de Périgord, Richard de Bures con ogni probabilità ebbe l’incarico di reggere l’Ordine in attesa di un’elezione ufficiale o del ritorno del Maestro Generale.
4. Guillaume de Rochefort (? – 1245). Dopo la reggenza provvisoria di Richard de Bures, Guillaume de Rochefort assunse il titolo di Maestro Generale ad interim. Si procedette alla elezione del nuovo Maestro Generale solo nel 1247, probabilmente dopo l’accertata morte di Armand de Périgord, che aveva governato il Tempio per 12 anni.