Secondo quanto affermano gli studiosi David B. Barrett e Todd M. Johnson nel solo 2011 ci sono stati nel mondo centocinquemila martiri cristiani, il che significa che sono morti per la propria fede tra duecentoottantasette e duecentoottantotto cristiani al giorno, dodici all’ora, uno ogni cinque minuti. Se si fa il paragone con la persecuzione di Diocleziano, la più sanguinaria dell’Impero romano, con i suoi tremila, tremilacinquecento morti, ci si rende conto della vastità e della gravità del problema di oggi. Differenti sono le motivazioni che spingono ad uccidere i cristiani; nei Paesi dove l’Islam è al potere o comunque in maggioranza, in quelli che ancora si dichiarano comunisti e, da un po’ di anni anche nella democratica India, in cui gli spiritualissimi indù uccidono sempre più cristiani. Un discorso a parte meritano il Kazakistan ed il Kirghizistan, dove i cristiani sono stati perseguitati per decenni dall’Unione Sovietica ed oggi dagli islamici. Persecuzione non è solo uccisione, spesso per terrorismo tollerato dalle autorità, come in Pakistan, e nemmeno il divieto di praticare la propria religione, ma anche di tutto un sistema vessatorio, come accadeva anche nell’Egitto laico di Mubarak, in cui un cristiano non poteva sposarsi una musulmana, salvo dopo essersi convertito. La caratteristica della persecuzione anticristiana è che presenta livelli differenti, dall’uccisione all’oppressione, alla negazione del diritto all’educazione ed al lavoro, fino a trattare i cristiani come cittadini di serie B. La cosiddetta “Primavera araba” ha dato forza e determinazione ai fondamentalisti e l’appoggio dato da Paesi occidentali ai ribelli siriani non lascia prevedere un futuro molto diverso. Il Medio Oriente è la culla del Cristianesimo ed in esso convivono diverse Confessioni, alcune frutto di antiche divisioni, altre emanazioni del Cattolicesimo con una diversa liturgia. Se continua così, i cristiani saranno costretti a fuggire o a convertirsi. Per adesso quelli che fuggono dalla Siria sono musulmani e i tanti musulmani integralisti che arrivano via mare e via terra in Europa potrebbero costituire un grosso problema in un futuro che sta già arrivando. Non vorremmo fare dietrologia dicendo che frammisti ai tanti disperati ci potrebbero anche essere tipi che disperati non sono, ma ben motivati nei loro disegni eversivi. Ad essere ancor di più dietrologi, si potrebbe pensare che il flusso dei migranti sia in qualche modo incoraggiato e favorito da qualcuno che vede con favore l’aumento dei musulmani in Europa. Dieci anni fa, con la caduta di Saddam Hussein, nell’Iraq liberato dagli americani si scatenò una persecuzione contro i cristiani che non si è ancora placata. In Siria ci sono cattolici, ortodossi, armeni, melchichi ed altri cristiani in percentuali minori. Chi pensa di dare pace con un’azione militare contro Assad sottovaluta cosa potrebbe diventare la Siria in mano al fondamentalismo islamico. Circola tra i cristiani maroniti libanesi, la teoria che ci sia la volontà di qualcuno, forse gli israeliani spalleggiati dagli americani, di assecondare o addirittura provocare conflitti in Medio Oriente per impedire che l’attenzione del mondo si focalizzi troppo sulla Terrasanta.