(da Avvenire) – “Vale la pena di battersi per la pace, perché la pace non è solo una virtù, ma uno stile di vita cristiano per costruire un mondo migliore”: questo uno dei passaggi-chiave del lungo discorso pronunciato questa sera dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), intervenuto al Congresso nazionale di Pax Christi. L’evento è in corso fino a domani ad Assisi, presso la “Pro Civitate Christiana”, ed ha per tema “Abbi cura delle relazioni, preparerai la pace”.
“La pace si costruisce giorno per giorno – ha detto il porporato – non è data per acquisita una volta per tutte, non è mai, purtroppo, un traguardo definitivo. La pace si prepara con pazienza, premura, amore, fatica, umiltà e coraggio”. Di qui, il ricordo della testimonianza luminosa di don Tonino Bello, che di Pax Christi Italia fu presidente dal 1985 al 1993, anno della sua morte: “Come diceva don Tonino – ha detto il presidente della Cei – è necessario battersi per la pace, ovvero ‘liberare l’uomo dall’intrico della miseria, dal viluppo della massificazione, dalle grinfie rapaci del potere, dalle seduzioni involutrici del falso benessere’”.
Parole che, ancora oggi, sono “straordinariamente attuali”, ha sottolineato il cardinale Bassetti: ad esempio, l’intrico della miseria è purtroppo drammaticamente visibile in Italia, che “da tempo paga un prezzo altissimo a vecchie oligarchie sociali, a interessi particolari diffusi e visioni egoistiche dello sviluppo economico che hanno prodotto soltanto un livello di disoccupazione cronica, un Mezzogiorno abbandonato e una stagnazione della modernizzazione”. Una situazione difficile, ha spiegato il porporato, acuita dalla recente crisi economica e che si è poi scontrata con “l’arrivo dal Sud del mondo di uomini e donne in fuga dalla miseria dei loro Paesi, dalla guerra e dalla distruzione”. Di qui, l’esplodere di “un clima torbido” in cui “il povero disperato che migra è diventato un nemico e un invasore da combattere”, mentre la pace sociale è stata sostituita da “un clima di repulsione, preoccupante e inquietante, verso gli ultimi”.
E sempre attuali sono “le grinfie rapaci del potere” citate da don Tonino, ossia, ha spiegato il cardinale Bassetti, quel sistema di potere “tecno-economico, privo di alcuna tensione verso Dio e verso l’umano, che riduce l’uomo e l’ambiente a semplici oggetti da sfruttare in modo illimitato e senza cura”. Queste “grinfie allontanano gli uomini dalla pace – ha ribadito il presidente della Cei – soprattutto se il potere è anche colluso con la malavita organizzata, come accade purtroppo in alcune zone d’Italia”. Lo stesso dicasi per “le seduzioni involutrici del falso benessere” che “può dare l’illusione della pace interiore”, mentre invece “divide gli uomini e provoca in loro invidia, riducendoli a individui isolati, infelici, soli”. “Il denaro è un bene isolante – ha rimarcato l’arcivescovo di Perugia, citando San Paolo VI – Il culto del denaro, che poi altro non è il culto del successo e in definitiva il culto degli uomini a se stessi, è una vera e propria religione dei tempi odierni. Con il denaro puoi fare tutto. Non hai più bisogno di Dio, ma l’uomo si fa dio di se stesso” ed è “pronto a uccidere per difendere quel denaro da cui pensa possa venire la felicità”. “Ma questa non è una condizione di pace; è solo uno stato comatoso in attesa della morte”, ha messo in guardia il porporato.
Di fronte a questa drammatica realtà, è stato dunque il suo monito conclusivo, c’è ”l’assoluto, incessante bisogno di preparare e di costruire la pace a partire dalle relazioni interpersonali, da chi ci sta vicino, dai nostri colleghi di lavoro, dai nostri figli, dai nostri anziani”, perché la pace “non è soltanto assenza di guerra, ma una condizione generale nella quale la persona umana è in armonia con sé stessa, in armonia con la natura e in armonia con gli altri”. “Ricordate sempre – ha concluso il cardinale Bassetti – non c’è pace senza cultura del dialogo, non c’è pace senza amore”.