La rapida successione sul trono di Francia tra il 1314 e il 1328 degli ultimi quattro sovrani della dinastia dei Capetingi, ha portato molti a credere che la dinastia fosse maledetta, da cui il nome di “re maledetti” (rois maudits). Al trono di Francia infatti si susseguirono rapidamente i figli di Filippo IV: il regno di Luigi X durò solamente due anni, poiché morì ancora molto giovane, lasciando la moglie incinta di colui che sarebbe diventato il re successivo, Giovanni I, ma il bambino visse solamente cinque giorni prima di morire, probabilmente avvelenato. Il trono passò allora ad un altro dei figli di Filippo IV, Filippo V, che fu incoronato all’età di 23 anni, ma morì solamente sei anni dopo. Dato che non aveva figli, il trono passò al fratello, Carlo IV, ma morì anche lui dopo sei anni senza nessun erede maschio, estinguendo così la dinastia capetingia in linea diretta, cui successe il ramo cadetto in linea maschile dei Valois, escludendo dalla successione i rami originati dalla linea femminile, quali quelli dei sovrani di Navarra e quelli d’Inghilterra.
La leggenda vuole che Jacques de Molay, ultimo gran maestro dell’Ordine, mentre stava ardendo vivo sulla pira, abbia maledetto il re Filippo il Bello e addirittura papa Clemente V, affermando che presto sarebbero comparsi davanti al giudizio di Dio. Papa Clemente in effetti morì un mese dopo di dissenteria e Filippo il Bello nel dicembre successivo per le conseguenze d’una caduta da cavallo nel corso di una battuta di caccia.
I commentatori dell’epoca, compiaciuti da un simile sviluppo della vicenda, riportavano spesso questa storia nelle loro cronache. Poiché, inoltre, sempre al momento della morte sul rogo, Jacques de Molay avrebbe dannato la casa di Francia “fino alla tredicesima generazione”, in tempi più recenti si è diffusa la leggenda secondo cui l’esecuzione di Luigi XVI durante la Rivoluzione francese – che pose fine in qualche modo alla monarchia assoluta in Francia – sarebbe stata il coronamento della vendetta dei templari (alcuni storici sensazionalisti dell’epoca riportarono la notizia che il boia Charles-Henri Sanson, prima di calare la ghigliottina sulla testa del sovrano, gli avrebbe mormorato: “Io sono un Templare, e sono qui per portare a compimento la vendetta di Jacques de Molay”).