Imola (BO) – Se i musulmani non hanno il coraggio di condannare persecuzioni e atrocità commesse in nome della loro fede, è meglio che facciano le valigie e lascino l’Italia. Suonano così le parole del vescovo di Imola, monsignor Tommaso Ghirelli, contenute nella lettera pubblicata sul settimanale della diocesi «Il Nuovo Diario Messaggero»: un invito a dissociarsi dalle efferatezze compiute in Medio Oriente, reso in termini ultimativi che non lasciano scelta agli «islamici presenti tra noi»: «Altrimenti – scrive il vescovo nella parte finale della lettera -, dovrebbero avere il coraggio di allontanarsi dalle nostre terre, perché nessuno vuole avere nemici in casa». In un periodo segnato dalle imprese sanguinarie delle milizie del Califfato, le parole del prelato assumono un significato particolare. Il vescovo accenna ai conflitti in corso, al forte afflusso di profughi in Europa (almeno 150.000 persone all’anno), al numero crescente delle vittime, alle feroci persecuzioni contro i cristiani e altre minoranze religiose, fino alla crudeltà delle bande e alle azioni dell’Isis. Poi l’appello a politici e governanti: «Avete il dovere di proteggere e difendere, non la supremazia, ma la vita e la libertà delle persone, altrimenti pagherete caro ogni silenzio od atteggiamento di viltà». C’è anche un distinguo importante rivolto agli italiani, ma il senso del messaggio non lascia spazio a dubbi: «E noi cittadini finiamola di prendercela in blocco con gli stranieri. Chiediamo piuttosto agli islamici presenti fra noi di dimostrarsi uomini d’onore, di prendere posizione pubblicamente contro le persecuzioni e gli atti di crudeltà. Sappiamo che sono intimoriti dagli integralisti ma è arrivato il momento di rompere il circolo vizioso dei soprusi – aggiunge -. La situazione è seria, mettiamoci tutti in moto senza tergiversare, superando sia il buonismo che l’intolleranza». Se il consigliere comunale di Forza Italia Simone Carapia esprime consenso alle «parole forti» del vescovo, il sindaco di Imola Daniele Manca sembra piuttosto sorpreso: «Mi sembra strano che il vescovo chieda ai musulmani di pronunciarsi in questo modo: qui a Imola fra l’altro c’è sempre stata una comunità islamica molto disponibile, che ha partecipato puntualmente alle iniziative di ricordo dell’11 Settembre, né io ho notizia di movimenti che facciano pensare a cellule di estremisti». Il sindaco aggiunge che l’integralismo va combattuto culturalmente, e continua a pensare che «chi vive nella nostra comunità, nel momento in cui rispetta le regole e manda i figli nelle nostre scuole, non abbia niente a che fare col fondamentalismo». Rispetto al tono ultimativo dell’appello di monsignor Ghirelli, dice di trovarlo «un po’ violento: penso che non ci sia bisogno del ricatto. Gli islamici che vivono qui nel rispetto delle regole civiche dimostrano ogni giorno di essere distanti dai fondamentalisti».