(da 055 Firenze) – “Nei primi mesi del prossimo anno Firenze ospiterà il G20 ecclesiale e per questa occasione vogliamo allargare l’incontro ai sindaci dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo: si tratta di un appuntamento molto importante dal punto di vista religioso, politico e sociale che punterà su proposte e progetti comuni per riappropriarci di un Mare Nostrum che negli ultimi anni, dilaniato da tensioni e scontri, sembra non appartenere più a nessuno”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella intervenendo oggi all’incontro ‘Mediterraneo frontiera di pace’ in programma al Meeting di Rimini in un dialogo con il presidente della Cei, Cardinale Gualtiero Bassetti, moderato dal presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli Bernhard Scholz.
Il sindaco di Firenze ha ricordato che il convegno dei vescovi segue quello di Bari che si è svolto nel 2020 e che saranno invitati i principali sindaci e rappresentanti politici dei Paesi dell’area mediterranea.
“Questo incontro – ha sottolineato il sindaco Nardella – nasce sulla scorta delle grandi intuizioni che Giorgio La Pira ebbe negli anni ‘50 del secolo scorso: riunire a Firenze i principali sindaci mondiali e far germogliare quei ‘dialoghi sul Mediterraneo’ dove intervennero politici, uomini di cultura e religione da tutto il mondo per dialogare su una pace possibile. Erano i tempi della guerra fredda eppure La Pira fece incontrare il sindaco di Washington e il segretario del soviet di Mosca”.
“Oggi il Mediterraneo è luogo di scontri, guerre, morti – ha continuato il sindaco -: il Mare Nostrum sembra un mare di nessuno. Tornare a metterlo al centro potrà essere utile per non far cadere nel dimenticatoio quegli incontri formidabili e per farci sentire tutti corresponsabili, di come il Mediterraneo debba e possa diventare un luogo di pace”.
“Durante l’incontro del prossimo anno – ha concluso – lancerò una proposta ai sindaci mediterranei: sarebbe bello che in ognuna di quelle città il sindaco e l’autorità religiosa di quel paese costruiscano insieme un centro per il dialogo per le religioni, un luogo dove l’io diventa noi, dove il dialogo religioso fa fermentare un nuovo modo di stare insieme. Chi è a contatto con i cittadini può indicare una strada concreta, e questo vale per tutte le grandi sfide che abbiamo di fronte a noi, dal clima all’accoglienza dei profughi”.