Roma – Secondo fonti molto accreditate papa Francesco starebbe per allacciare fortissimi legami di collaborazione con gli ex-scismatici della Fraternità sacerdotale San Pio X fondata da Marcel Lefebvre, morto nel 1991. Dopo l’incontro riservato tra il successore del vescovo ribelle monsignor Bernard Fellay (nella foto) e Papa Francesco dell’aprile scorso, la questione della riammissione piena degli ex-scismatici, condannati da Giovanni Paolo II ai quali Benedetto XVI ha tolto la scomunica nel 2009, è tornata di attualità. Fellay parlando con alcuni giornalisti francesi a Puy-en-Velay nell’Alta Loira dopo aver celebrato una messa per circa 4.000 pellegrini tradizionalisti, ha assicurato che il colloquio “ha rinsaldato i legami tra la Fraternità e la Sede Apostolica” e lo ha definito “una gioia”. Che qualcosa si stia muovendo lo ha confermato anche monsignor Guido Pozzo, il segretario della Pontificia commissione “Ecclesia Dei”, costituita dal Vaticano per occuparsi della delicata trattativa, il quale ha confermato che l’incontro “si colloca proficuamente nel contesto del cammino della Fraternità verso la riconciliazione che avverrà con il riconoscimento canonico dell’Istituto”. Monsignor Pozzo ha detto all’agenzia “Zenit” che i Lefebvriani dovranno aderire alla Professione di fede, al vincolo dei sacramenti ed alla comunione gerarchica con il Romano Pontefice. L’accordo sembra molto vicino e qualcuno dice che sia già stato sottoscritto anche se deve essere ancora definito per quanto riguarda l’adesione alle decisioni del Concilio Vaticano II, l’ecumenismo e la liturgia, ma potrebbe darsi che Francesco accetti delle deroghe specifiche con uno status speciale, una sorta di riconoscimento come Prelatura personale, cioè una diocesi senza territorio sull’esempio dell’Opus Dei, o il cosiddetto “Ordinariato”, con minore libertà canonica di manovra, sull’esempio di quello autorizzato da Benedetto XVI per gli anglicani che chiedono di tornare in comunione con Roma. Un segnale importante dell’avvicinamento fra i Lefebvriani e la Chiesa Cattolica Romana ci viene anche da una lettera inviata dallo stesso Pontefice al vescovo Rino Fisichella coordinatore del Giubileo, in cui si concede ai seguaci di monsignor Lefebvre la facoltà di confessare validamente per cui non si esclude che, molto presto, il Vaticano riconosca tutti i sacramenti celebrati dai sacerdoti della Fraternità.