Torino (da ilvaloreitaliano.it) – Il tragico incendio che divampò nella notte tra l’11 e il 12 aprile 1997 all’interno Cappella della Sacra Sindone, mirabile opera barocca di Guarino Guarini, a causa di un corto circuito scaturito nel periodo in cui era in corso un restauro conservativo non aveva risparmiato nemmeno l’altare di Antonio Bertola. Tra i pochi cimeli a salvarsi spicca la stessa Sindone miracolosamente sottratta alle fiamme grazie al tempestivo intervento dei vigili del fuoco che riuscirono a sfondare la teca in vetro contenente la cassetta in legno e argento che custodiva il telo e la misero in sicurezza. Dopo la riapertura al pubblico della Cappella, avvenuta il 27 settembre 2018, oggi si celebra il completamento dei lavori di restauro dell’altare che ne sanciscono ufficialmente la restituzione all’intera comunità e la piena fruizione del monumento. I lavori sono stati cofinanziati dal Ministero della cultura – progetti Art Bonus 2018, dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e dalla raccolta 1997 della Fondazione La Stampa-Specchio dei Tempi.
L’importante contributo della Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi
Nei mesi successivi al rogo la Fondazione La Stampa ‐ Specchio dei tempi ha raccolto donazioni pari a 644.299 euro: una prima tranche di questi fondi (544.210 euro) ha consentito, in collaborazione con l’Associazione Amici di Palazzo Reale, la catalogazione di migliaia di frammenti residui dell’incendio, la realizzazione di un sistema informativo per individuare e ricollocare i frammenti, il restauro dell’ex capannone di prelettura e dei monumenti sepolcrali. Mentre i restanti 100.089 euro sono serviti a finanziare direttamente il restauro dell’altare di Antonio Bertola.
Un progetto multimediale per far conoscere dettagli del restauro
L’intervento di restauro, affidato al Consorzio San Luca di Torino, progettato e diretto dall’architetto Marina Feroggio con la restauratrice Tiziana Sandri e gli storici dell’arte Franco Gualano e Lorenza Santa dei Musei Reali, restituisce all’altare la sua immagine architettonica.
Sono state restaurate e integrate le parti lapidee e quelle lignee, e ricollocati nella loro posizione originaria gli apparati decorativi scultorei, scampati all’incendio in quanto ricoverati nell’attigua Sacrestia. In ultimo, sono stati ricollocati gli arredi sacri. A completamento, si sono ricostruite anche le balaustre in legno dorato dei tre coretti della Cappella, anch’esse completamente distrutte dall’incendio.
La Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino ha promosso la realizzazione di un progetto multimediale con lo scopo di offrire ai visitatori dei Musei Reali tutte le informazioni sul restauro della Cappella e dell’Altare, con la creazione di un’applicazione mobile gratuita, che utilizzerà la tecnologia della Realtà Aumentata.
Attraverso contenuti interattivi sarà possibile vivere un’esperienza coinvolgente durante la visita. L’applicazione sarà rilasciata in occasione della riapertura al pubblico dei Musei Reali ed è stata realizzata in collaborazione con i partner tecnologici Ribes Solutions e Visivalab.
La chiusura dei musei dovuta alle misure anti-pandemia, non consente per il momento ai visitatori di accedere alla Cappella, ma dal 31 marzo al 7 aprile, in via straordinaria, sarà aperto il grande finestrone della Cappella, per consentire uno scorcio prospettico sull’altare e sul monumento nel suo insieme dalla navata del Duomo.
L’altare della Cappella della Sindone: storia e caratteristiche
L’altare della Cappella della Sindone, commissionato dal duca di Savoia Vittorio Amedeo II, è stato progettato dall’ingegnere e matematico Antonio Bertola (Muzzano, Biella 1647 – 1719) tra il 1688 e il 1694 per accogliere la Santa Sindone, conservata nell’urna centrale dal 1694 al 1993. Bertola ha impostato il monumentale altare conformandolo alla forma circolare della Cappella e realizzando due fronti, uno rivolto verso la Cattedrale e l’altro verso il Palazzo Reale, con al centro la grande urna della Sindone. Simile a un gigantesco reliquiario, l’altare è in marmo nero di Frabosa, arricchito da decorazioni e sculture in legno dorato che risplendono nella penombra dell’aula centrale. La platea marmorea è sopraelevata di alcuni scalini rispetto al pavimento della Cappella e il basamento dell’altare si imposta a sua volta su una predella ornata con 162 elementi a punta di diamante. Sulla platea marmorea era posta una balaustra lignea, della quale si sono conservate, seppur danneggiate, alcune porzioni. Essa era ornata da otto putti recanti i simboli della Passione, miracolosamente scampati indenni all’incendio del 1997 in quanto ricoverati nell’attigua sacrestia, dopo il loro restauro. Benché non si conoscano i disegni di questo progetto, è molto probabile che la struttura rifletta il pensiero scenografico di Guarino Guarini, che precedeva l’inquadramento al centro della loggia che si affaccia sul duomo, come fulcro prospettico per chi, dalla navata, volge lo sguardo verso il Palazzo Reale.