(da Europa Today) – “L’ortodossia è viva, siamo i soldati di Cristo, la punizione sta arrivando”. Diceva così uno degli striscioni che capeggiavano le manifestazioni in Grecia dei no vax, degenerate in violenti scontri con le forze di polizia. “Non abbiamo pistole, abbiamo le croci”, recitava un altro cartello, mentre un manifesto incitava a “sabotare l’apartheid nelle regole sanitarie”. Slogan tutt’altro che casuali nel Paese in cui è venuta a galla una vera e propria alleanza tra i movimenti contrari alla vaccinazione e al distanziamento sociale e gli ambienti della chiesa greca più critici nei confronti delle misure anti-Covid.
La testata online Politico parla apertamente di uno scontro in corso tra scienza e religione, dove quest’ultima è rappresentata dai preti ortodossi che sono a capo delle proteste contro ogni politica di incentivo alla vaccinazione, dall’introduzione del Green pass all’obbligo di immunizzazione per chi lavora negli ospedali e nelle case di cura.
La chiesa, a livello ufficiale, sostiene la vaccinazione. Ma diversi arcivescovi e parroci influenti dicono ripetutamente ai fedeli di non farsi vaccinare e, in alcuni casi, si rifiutano di far entrare in chiesa le persone che indossano una mascherina o che hanno fatto il vaccino.
“I vaccini sono un prodotto degli aborti”, ha detto di recente il vescovo di Citera, tra le personalità ecclesiastiche più influenti del Paese. “Questo prodotto – ha aggiunto – proviene da embrioni uccisi e verrà iniettato nei nostri corpi” perché “vogliono creare un metaumano, un uomo mutato, un uomo che sarà come un robot”. Affermazioni che, è bene ricordarlo, non hanno alcun fondamento scientifico o fattuale.
La Grecia, recentemente, ha assistito a un’impennata dei nuovi casi di Covid principalmente dovuta all’arrivo della variante Delta. A fine giugno, il numero medio di casi segnalati giornalmente era di circa 400, ma ora è arrivato a quota 2.700 al giorno. Circa il 44% della popolazione del Paese è completamente vaccinata, leggermente al di sopra della media Ue. Ma il clima di tensione sul vaccino ha rallentato la campagna d’immunizzazione. Di qui l’allarme di alcuni esperti, secondo i quali solo il 55-58% della popolazione finirà per vaccinarsi completamente, ben al di sotto dell’obiettivo del 75%.