Alessandria – I Templari di Stretta Osservanza del Sovrano Militare Ordine del Tempio comprendono le motivazioni che spingono Pegida, il movimento spontaneo anti Islam nato recentemente a Dresda in Germania, le cui manifestazioni contro l’Islam sono sempre più frequenti. Sono iniziate solo a ottobre e i simpatizzanti crescono di settimana in settimana. Non sono neonazisti, non hanno leader, non amano i media e pensano che la classe politica si occupi troppo di richiedenti asilo e poco dei cristiani. Gli “Europei patriottici contro l’islamizzazione dell´Occidente” (Pegida) scendono in piazza a manifestare tutti lunedì al grido di “Noi siamo il popolo”. Il numero dei partecipanti a questi cortei raddoppia di settimana in settimana, fino a che, l’8 dicembre scorso, s’è arrivati a circa 10.000. Un vero boom. I simpatizzanti di Pegida sono “normali cittadini” mossi da una profonda avversione per un sistema politico ai loro occhi troppo permissivo in materia di immigrazione e di politiche di asilo. Nata a metà ottobre, Pegida fa già paura perché, almeno in Sassonia di cui Dresda è la capitale, sta crescendo a ritmi esponenziali. Il suo fondatore è un professionista di 41 anni di Dresda, Lutz Bachmann. Coi media parla poco, sul Web racconta invece di cosa lo abbia spinto a organizzare la prima “passeggiata serale”, così chiama le manifestazioni sul suo sito. Bachmann parla di “guerre religiose combattute sul suolo tedesco”. Il riferimento è alle mobilitazioni dell´autunno scorso a sostegno della resistenza curda a Kobane, quando appartenenti a gruppi salafiti cortei armati di bastoni e coltelli avevano aggredito manifestanti curdi e sostenitori del Pkk. Alle prime iniziative avevano partecipato solo poche centinaia di persone. Poi il 26 Ottobre a Colonia il gruppo “Hooligans contro i Salafiti” (HoGeSa) aveva portato in piazza 5000 persone, in gran parte appartenenti ai settori violenti delle tifoserie tedesche e a gruppi di estrema destra in difesa dell´”Europa bianca e cristiana” contro la presunta avanzata dell´Islam radicale in Germania. A seguire Bachmann sono semplici cittadini arrabbiati, delusi da una classe politica alla quale rimproverano di non fare abbastanza per i tedeschi. “Non ho nulla contro gli immigrati, se si comportano bene”. Commenti simili sono postati dai simpatizzanti sulla pagina Facebook del gruppo, l´unico organo ufficiale del movimento. Anche nel programma di Pegida, sintetizzato in un documento di 19 punti, si mette in chiaro, già al punto 1: “Siamo per l’accoglienza di rifugiati provenienti da paesi in guerra o perseguitati per motivi politici e religiosi. Questo è un dovere umanitario”. Segue una serie di richieste in materia di diritto di asilo: leggi più severe, partecipazione diretta dei cittadini attraverso referendum secondo il modello svizzero (dove all’inizio dell´anno era passato il referendum contro l’immigrazione di massa), lo smantellamento dei centri di accoglienza per gli immigrati che devono essere distribuiti in modo “decentrale” e interventi decisi contro le cosiddette “società parallele”, ovvero i quartieri in cui gli stranieri, soprattutto di fede musulmana, vivono quasi del tutto separati dal resto della società.