Roma (Lorenzo Mancini) – Padre Federico Lombardi, portavoce del Vaticano è tranchant: “La scelta di operare una manifestazione così clamorosa alla vigilia del sinodo – ha dichiarato oggi – appare molto grave e non responsabile, poiché mira a sottoporre l’assemblea sinodale a una indebita pressione mediatica”.
I fatti sono noti: Monsignor Krysztof Charamsa (nella foto col compagno di vita Eduard) ha fatto coming out rendendo nota la sua omosessualità. E fin qui non c’è niente di strano perché di preti omosessuali è piena la Chiesa, e poi essere omosessuale non è di per sé un fatto negativo, ma quello che non quadra è che il prete polacco abbia presentato il suo compagno Eduard col quale ha ovviamente un rapporto. Ecco dove ha sbagliato quel sacerdote, nel fatto che, nonostante il voto di castità che impegna i ministri di Dio sulla terra, quindi anche lui, ad astenersi da qualsiasi rapporto sessuale, gay o etero non importa, abbia un compagno ed abbia in questo modo infranto quel voto.
Tutto è cominciato con un’intervista in prima pagina sul Corriere della Sera in cui Krzysztof Charamsa, 43 anni, polacco, ha dichiarato: “Voglio che la Chiesa e la mia comunità sappiano chi sono: un sacerdote omosessuale, felice e orgoglioso della propria identità. Sono pronto a pagarne le conseguenze, ma è il momento che la Chiesa apra gli occhi di fronte ai gay credenti e capisca che la soluzione che propone loro, l’astinenza totale dalla vita d’amore, è disumana. Vorrei con la mia storia scuotere un po’ la coscienza di questa mia Chiesa. Al Santo Padre rivelerò personalmente la mia identità con una lettera”.
Charamsa non è uno qualunque in quanto è un raffinato teologo, è ufficiale della Congregazione per la Dottrina della Fede e segretario aggiunto della Commissione Teologica Internazionale vaticana, oltre che docente alla Pontificia Università Gregoriana e al Pontificio Ateneo Regina Apostolorum. Molto attivo sui social network, da twitter a linkedin, ha anche un suo blog, attivato alla fine di agosto.
Ma Padre Lombardi non lascia margine al dubbio e attacca: “Monsignor Charamsa non potrà continuare a svolgere i compiti precedenti presso la Congregazione per la dottrina della fede e le università pontificie, mentre gli altri aspetti della sua situazione sono di competenza del suo Ordinario diocesano”.
Il teologo polacco, invece, spiega di parlare alla vigilia di questo appuntamento proprio perché vuole “dire al Sinodo che l’amore omosessuale è un amore che ha bisogno della famiglia. Ogni persona, anche i gay, le lesbiche o i transessuali, porta nel cuore un desiderio di amore e familiarità”. Definisce Papa Francesco “fantastico” perchè “ci ha fatto riscoprire la bellezza del dialogo, non dialogavamo. Ora il sinodo sulla famiglia sia davvero di tutte le famiglie e nessuna sia esclusa”.
Il monsignore gay, dopo la reazione del Vaticano all’intervista, non è apparso per nulla intimorito e anzi ha rilanciato: “Dedico il mio coming out ai tantissimi sacerdoti omosessuali che non hanno la forza di uscire dall’armadio”. E alla domanda se ci siano “tantissimi” gay anche in Vaticano ha annuito, commentando: “In ogni società di soli uomini ci sono più gay che nel mondo come tale”.