(Riccardo Petroni di Il Dolomite.it) – Gesù chiese ai suoi discepoli: “Voi chi dite che io sia?”. Ecco che mi ripropongo qui di seguito di dare una risposta a questo quesito, in base a quanto ho cercato di apprendere in oltre 45 anni di approfondimenti.
-Si chiamava Gesù? No. Si chiamava Yehoshua ben Yosef e quindi: Giosuè figlio di Giuseppe. All’epoca al posto del cognome si indicava il nome del padre.
-E’ esistito? Si. E’ uno dei personaggi storici sul quale ci sono il maggior numero di fonti, anche non cristiane, insieme ad Alessandro Magno.
-Anno di nascita? Dal 4 al 7 a.C
-Giorno della sua nascita? ignoto.
-Luogo di nascita? Betlemme, in Giudea.
-Perché allora si dice Gesù di Nazareth se è nato a Betlemme? Perché passò una parte della sua infanzia a Nazareth, al Nord, in Galilea, ma più probabilmente perché aveva fatto il voto ebraico di “Nazireato”, di “consacrazione a Dio”, previsto dalla Bibbia.
-Chi era la madre? Maria, Myriam (ebrea palestinese).
-Che cosa si sa di lei? Niente. Dei presunti genitori, Anna e Giovacchino, ne parlano solo i Vangeli Apocrifi, scomunicati dalla Chiesa Cattolica
-Fu il suo un parto normale? Si.
-Fece il conseguente rito ebraico della “purificazione” per 40 giorni dopo il parto, a seguito della perdita di sangue? Si. In ricordo di questo, ancora oggi, la festa della “Candelora” o della “Purificazione di Maria” cade il 2 febbraio, esattamente 40 giorni dopo il 25 Dicembre, data convenzionale della nascita di Gesù.
-Chi era il padre? Giuseppe (ebreo palestinese). I Vangeli Canonici (riconosciuti dalla Chiesa) lo descrivono, anche nelle genealogie, come “padre effettivo” e non dicono che fosse “padre putativo”, come sostiene la Chiesa e tantomeno che fosse anziano.
-Chi erano i nonni? I Vangeli canonici citano solo Elia, padre di Giuseppe.
-Aveva fratelli e sorelle? I Vangeli Canonici dicono espressamente di si.
-Che religione aveva? Era ebreo palestinese, nato e morto ebreo. Tutti i suoi avi erano ebrei palestinesi.
-Fu sottoposto al rito ebraico della circoncisione dopo 8 giorni? Si.
-Fece il rito del “Bar Mitzvà? Si, a 12 anni, come tutti i bambini ebrei. Il “Bar Mitzvà” (“Figlio del Precetto”) è la presentazione al Tempio che prelude all’ingresso “consapevole” nell’ebraismo ed impone dal compimento dei 13 anni, di rispettare i 613 Precetti della Bibbia.
-Che volto aveva Gesù? E’ ignoto. Non si ha alcuna informazione del suo volto, né del volto di Maria e Giuseppe, così come di tutti gli altri personaggi dei Vangeli. Essendo palestinesi potevano avere la pelle scura.
-Carattere? Sicuro di sé, determinato, aggressivo sotto il profilo verbale.
-Era sposato? No.
-Che lingue parlava? Ebraico antico, aramaico (ebraico-persiano) e la Koinè, greco antico parlato in tutto il mediterraneo ed usato dai conquistatori romani. Quest’ultima è la lingua usata da Gesù per parlare con Pilato.
-A che età ha iniziato la sua missione pubblica? A 30 anni, con il ruolo di Rabbino, insegnante di Torah (la Bibbia Ebraica).
-Cosa ha fatto dalla nascita ai 30 anni? Non si sa (a parte il viaggio a Gerusalemme a 12 anni).
-Dove ha studiato per diventare Rabbino? Non si sa. Si ritiene (Ratzinger compreso) che abbia studiato preso la Comunità degli Esseni od a Qumran oppure a Damasco.
-Dove predicava? Come tutti i Rabbini ebrei, nelle Sinagoghe.
-Come predicava? Con le “parabole”, tipico sistema ebraico per spiegare la Torah
-Per quanti anni ha predicato? 1 anno per Marco, Luca e Matteo, 3 anni per Giovanni.
– è stato battezzato? Si, da Giovanni il Battista, che era suo cugino (Elisabetta era cugina di Maria). Il Battesimo per immersione era un’antica usanza di purificazione ebraica, ma soprattutto proprio fra gli Esseni.
-Ha praticato lui personalmente il battesimo? No.
-Frequentava le feste ebraiche previste dalla Bibbia? Si, rigorosamente (Sukkot o “Festa delle Capanne” in ricordo del periodo passato nel deserto, “Hannukah” o “Festa della Dedicazione” del Tempio di Gerusalemme, Pessach o “Pasqua ebraica” in ricordo della fuga dall’Egitto, Shavu’òt o Pentecoste, in ricordo della consegna della Torah a Mosè).
-Come si vestiva? Da Rabbino, con il tipico mantello ebraico (Talled) con le frange (filatteri).
-Era vegetariano, come taluni sostengono? No. Mangiava regolarmente pesce e carne, come previsto dalla Torah.
-Si è mai dichiarato espressamente “figlio di Dio”? No.
-Quando lo dichiaravano “il Cristo”, cosa volevano intendere? “Cristo” è la precisa traduzione del temine ebraico “Messiah”, ovvero del “Messia Ebraico” che aspettavano gli ebrei in Palestina nel I secolo.
-I Vangeli sono stati scritti dagli Apostoli? No.
-I Vangeli sono documenti storici? L’intenzione di chi li ha scritti non fu quella di riportare cronache dell’epoca, bensì il pensiero di Gesù attraverso le sue vicende terrene. Il 95 % delle citazioni su personaggi, luoghi geografici, date storiche od eventi, coincidono però perfettamente. Quindi sotto il profilo storico sono del tutto attendibili.
-Esistono fisicamente i Vangeli Canonici e le lettere di S.Paolo? Si, sono alla London Library a Londra. Li ho visti con i miei occhi.
-Da dove deriva il Padre nostro e le Beatitudini, massime espressioni del pensiero di Gesù? Sono interamente tratte da preghiere ebraiche: la Tefillah. Massimo studioso di quanto detto era il Vescovo di Bolzano Wilhelm Egger, che ho personalmente incontrato per discutere di questi argomenti, esperto sia di ebraico antico che di aramaico.
-Chi lo ha ucciso e quando? Lo hanno ucciso i romani, istigati prevalentemente dalla potentissima corrente sacerdotale ebraica dei Sadducei, nel 30 d.C.
-Come è stato ucciso e con quale atto di accusa? Fu ucciso con la brutale condanna romana della crocifissione, per essere reo di “lesa maestà”. Si era infatti dichiarato “Re dei Giudei” non essendolo e questo costituiva per i romani una gravissimo atto di destabilizzazione politica.
-I Vangeli descrivono la resurrezione? No, dicono che fu detto che Gesù era risorto.
-Fu Pietro il suo successore? No, lo fu solo per un brevissimo lasso di tempo. Il suo vero successore fu il fratello Giacomo detto “Il Giusto”, per oltre 25 anni alla guida della Comunità seguace del Maestro a Gerusalemme. Ad oggi non è dimostrato storicamente che Pietro sia mai stato a Roma.
-Ha fondato Gesù il Cristianesimo? No e lo dichiarò espressamente (come riportato dai Vangeli Canonici).
-Voleva Gesù fondare il Cristianesimo? No e lo dichiarò espressamente (come riportato dai Vangeli Canonici). Avesse voluto farlo, i sadducei, per eliminarlo, avrebbero ricorso immediatamente alla lapidazione per blasfemia e non avrebbero dovuto ricorrere all’appoggio dei romani.
-Chi ha fondato allora il Cristianesimo? Paolo di Tarso (che non aveva mai incontrato fisicamente Gesù), circa 15 anni dopo la sua morte, nella lontana e pagana Antiochia.
-Il Cristianesimo di Paolo di Tarso rispettava il pensiero di Gesù? No. Paolo fonda una nuova religione che si ispira a Gesù, ma che tradisce l’essenza più intima di Gesù stesso, la sua esclusiva ed insostituibile ebraicità. Poiché gli ebrei, a partire dagli Apostoli (con in testa Pietro e Giacomo il Giusto) non riconobbero mai la “linea” di Paolo, in quanto giustappunto antiebraica, ecco che Paolo “strappa” con l’ebraismo e si rivolge ai pagani. E per farsi comprendere “paganizza” il pensiero di Gesù, o meglio sarebbe dire lo “ellenizza”. Non a caso Paolo è tutt’ora definito “l’Apostolo delle Genti”. Posto innanzitutto che non fu assolutamente un Apostolo, quel “delle Genti” non vuol dire, come dice la Chiesa, “di tutta l’umanità”, bensì vuol dire “dei gentili”. Il termine “gentili” è infatti l’esatta traduzione di “pagani”. Quindi Paolo fonda quello che è corretto definire il “pagano-cristianesimo” in antitesi con il “giudeo-cristianesimo” degli Apostoli, ebrei, che avevano condiviso la vicenda terrena del Maestro e che ebbero sempre un rapporto molto conflittuale con Paolo, a partire proprio da Pietro.
-Nonostante quanto sopra abbiamo un debito di riconoscenza nei confronti di Paolo? Si, enorme. Se non fosse stato per lui infatti, di Gesù non si sarebbe mai saputo nulla e si sarebbe perso una delle pagine più importanti, se non in assoluto la più importante, di tutti i tempi.
-Gesù avrebbe approvato il concetto di “Trinità”? No. Nell’ebraismo Dio è una entità unica. Lo sancisce in modo tassativo la Bibbia.
-Gesù avrebbe approvato il fatto di essere considerato “della stessa sostanza del Padre”? No, in quanto sarebbe stato per lui un concetto blasfemo.
-Gesù avrebbe approvato l’adorazione della sua immagine? No. Per gli ebrei è blasfemia.
-Gesù avrebbe approvato i Dogmi? No. L’ebraismo non concepisce infatti il concetto di dogma, in quanto vige il “libero arbitrio”.
-Gesù avrebbe approvato il “peccato originale”? No. Nell’ebraismo le colpe non possono essere passate da padre in figlio e la salvezza non è “personale”, bensì dell’intero “Popolo Eletto”.
-I “10 Comandamenti” di Gesù, quelli della Bibbia, sono gli stessi di quelli del Catechismo della Chiesa cattolica? No. La Chiesa Cattolica ha infatti “de-ebraicizzato” i “10 Comandamenti” nella versione originale. Ha infatti abolito il precetto dello “Shabbat”, del riposo totale nel giorno di Sabato (l’ultimo della settimana per gli ebrei) e “l’idolatria” nell’adorazione delle immagini.
-Perché gli ebrei dell’epoca, al di fuori della corrente “giudeo-cristiana” degli Apostoli (e dei loro seguaci) non riconobbero in Gesù il Messia ebraico atteso? Perché la Bibbia lo dice chiaramente. Il Messia avrebbe portato con sé “l’Era Messianica”, una eternità di giustizia e di pace, nella quale gli animali feroci sarebbero andati “a braccetto” con la gazzelle, gli agnelli e le pecore. E tutto questo ad oggi non è avvenuto.
-Perché il pensiero dell’ebreo Gesù è tutt’ora non solo attuale, bensì della massima rilevanza per tutta l’Umanità? Perché già 2.000 anni fa, in un’epoca estremamente violenta, Gesù esaltò il ruolo delle donne (di cui era sempre circondato), dei bambini, degli animali, dei diseredati, dei malati e dei poveri (anche di spirito), che difese sempre a “spada tratta”. Tutte “categorie” che all’epoca non avevano alcun diritto di nessun genere. E poi fu portatore dei valori più alti in una società che voglia dichiararsi davvero civile, per i quali fu disposto a donare la propria vita in modo così cruento. E questi Valori sono: la giustizia, l’amore, il rispetto reciproco e la Pace. Possiamo quindi a ragione definire Rabbi Yehoshua ben Yosef antesignano della “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo (Onu 1948) e degli Animali (Unesco 1978). E non a caso la storia dell’Umanità si calcola in prima e dopo il suo avvento.