dalla Segreteria Generale SMOT – Mentre la chiesa e i preti predicano l’accoglienza, ci si dimentica che noi cristiani adoriamo l’unico Dio, e suo figlio Gesù, Dio fatto uomo, generato e non creato (quindi non è un Eone come vorrebbero gli gnostici), mentre Yahweh e Allah sono un’altra cosa, dei anche loro, ma non vero Dio. Sono forse Elohim, cioè “dipendenti diretti” dell’Altissimo, a libro paga come Satana, il nostro “sparring partner”, ma non sono Dio. E invece i nostri preti, che sono in gran parte impreparati, interpretano l’accoglienza come accettazione supina della religione degli altri, cioè dei pagani di chi crede in dei secondari e non in Dio, il Dio cristiano e non degli ebrei (altro errore marchiano dell’alto magistero della Chiesa). Infatti il dio degli ebrei, Yahweh, nel Vecchio Testamento è descritto come un essere in carne ed ossa che dimorava insieme agli adam (sumeri-ebrei), prima nell’Eden, poi nel deserto durante la fuga dall’Egitto e poi nel Tempio costruito da Salomone. Addirittura, nel Vecchio Testamento si legge che “il dio degli ebrei” era vivo e mangiava tutti i giorni, pretendendo che fossero i sacerdoti, cioè i suoi camerieri, a toccare il cibo che gli portavano. E lo accudivano. Nel testo masoretico (l’unico che sta in piedi delle duemila versioni del Vecchio Testamento) si legge: “Yahweh disse a Mosè: devi dire ad Aronne che nessuno della tua discendenza che sia portatore di un difetto dovrà mai portare il nutrimento a me… né un cieco, né uno zoppo, né uno che abbia una qualche mutilazione o malformazione, né uno che abbia difetti ai piedi o alle mani, né un gobbo, né un nano, né uno che abbia una malattia agli occhi o sia affetto da scabbia o da piaghe purulente o uno che abbia i testicoli ammaccati… chi ha un difetto non si avvicini all’altare” (Lev.: 21; 17). I preti, invece di parlare con un sorriso falso ed il collo torto, e invece di compiere errori imperdonabili per un Sacerdote, dovrebbero stamparsi nella testa le Lettere di San Paolo per tornare lungo la via perduta: “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita” e, come fece il nostro confratello Dante Alighieri, rimettersi, come si suol dire, “in carreggiata” dopo essere discesi agli inferi. San Paolo dice: “E in realtà, anche se vi sono cosiddetti dei sia nel cielo che sulla terra, e difatti ci sono molti dei e molti signori, per noi c’è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo per lui” (Lettera ai Corinzi 1; 8: 5,6). Dobbiamo convertire gli infedeli prima di accoglierli. Ad Maiorem Dei Gloriam.