da Stamp Toscana – Il nuovo libro di Franco Cardini Il Sultano e lo Zar. Due Imperi a confronto (Salerno Editrice 2018) è un’avvincente excursus sulla dimensione eurasiatica della storia e sul conflitto che dal XVI secolo ha opposto i gran principi di Moscovia poi zar di tutte le Russie ai padishah ottomani.
La narrazione ripercorre secoli di guerre, dalla conquista di Costantinopoli da parte di Mehmet II alle imprese dei suoi successori come Selim I e Solimano il Magnifico. Ma rivela anche che, contrariamente alle apparenze, la grande considerazione per l’islam di eminenti prelati cristiani, a cominciare da Papa Pio II che mentre bandiva la Crociata scriveva al Sultano che se avesse abbracciato la fede in Cristo avrebbe potuto essere il sovrano del mondo
Con la conquista di Costantinopoli (1453) l’Impero ottomano “ereditò” il sogno universale dell’antica Roma e quindi l’ambizione di dominare sull’Asia e sull’Europa. Ma se Istanbul, l’antica Bisanzio, posta su due continenti era considerata la seconda Roma, nelle fredde pianure del nord tra il Baltico e il Mar Nero si affacciò alla ribalta Mosca, la “terza Roma”.
Nei vari capitoli che uniscono l’ analisi di ampio respiro all’agile lettura si ripercorrono cinque secoli di storia parlando tra le altre cose, dei rapporti fra papi e sultani, dell’harem e del Serraglio. E inoltre, gli zar e i metropoliti, la Russia e i tartari. Poi lo scacchiere europeo, lo scontro per i Balcani e per il Mar Nero, il ruolo di Gerusalemme ma anche di Suez della Crimea, della Grecia e del Kaiser per arrivare ai giorni nostri dopo la frantumazione dei grandi imperi e la chiave per comprendere cosa sta avvenendo oggi tra il Vicino e il Medio Oriente.
Il libro si sofferma anche su varie simbologie: la luna e l’impero, la mela rossa (di volta in volta Roma o Vienna) simbolo degli ottomani per indicare l’obiettivo di una conquista che avrebbe sancito il potere mondiale; il simbolo della falce di luna che dalla mitologia greca passa al cristianesimo (la luna ai piedi della Vergine nell’Apocalisse) e all’Islam.
Abbiamo rivolto al Prof. Cardini alcune domande su temi di fondo del saggio cominciando dai motivi contrasto fra la Russia zarista e l’Impero ottomano
“Certe istituzioni politiche nascono segnate da un destino di contrasto. Non si tratta di una norma deterministica ma era assai probabile che chi da Mosca governava la massa settentrionale del continente euroasiatico avesse molte difficoltà di rapporti da chi governava sul lato occidentale del Vicino Oriente che aggetta sul Mediterraneo”.
Quale l’oggetto del contendere?
“Lo zar aveva a disposizione a nord il Baltico, un mare freddo anche se in gran parte navigabile. Ma il sogno della grande zarina Caterina II era di accedere al Mediterraneo e questo mise in contrasto la Russia con la potenza ottomana. Questo quadro politico era ulteriormente complicato da due terzi incomodi: l’Impero persiano che egemonizzava l’Asia sud occidentale e la potenza oceanica per eccellenza, la Gran Bretagna che ambiva a detenere il Mediterraneo e per questo all’inizio del ‘700 si era fatta consegnare la rocca di Gibilterra, nell’indifferenza abbastanza generale. Gli inglesi avevano ereditato l’antico sogno egiziano, romano, veneziano, ottomano di tagliare l’istmo di Suez per accorciare la via delle Indie.
Egemonizzare il Mediterraneo e detenere la strada verso l’India era sempre stato un dogma per Londra .Viceversa, impedire che la via delle Indie fosse a disposizione della Gran Bretagna era sempre stato un impegno degli avversari della Gran Bretagna. Per questo Bonaparte fece la spedizione in Egitto e più tardi ci avrebbe provato la Germania,
Cosa era il Grande Gioco? E come si colloca in esso la rivalità storica fra zar e sultani?
Per “great game” (chiamato dai russi Torneo delle ombre) s’intende la competizione anglo-russa per l’Asia. L’impero degli zar era capace d’ incombere su Oriente e Occidente. Aveva inizio una lunga lotta euroasiatica per il controllo dei grandi spazi: il “grande gioco”, appunto.
All’interno di questo braccio di ferro che si tenne nell’ Ottocento fra Gran Bretagna e Russia per egemonizzare l’Asia si colloca la storia meno nota della lotta fra gli Imperi zarista e ottomano che ci presenta complesso quadro geopolitico di contrasti nell’area orientale del Mediterraneo, nel Mar Caspio, nel Mar Nero e nella catena del Caucaso: problematiche che ritroveremo con alcune varianti alla fine del XX secolo e all’inizio del XXI.
In questo libro si parla della “terza Roma”. Qual era?
La terza Roma è Mosca, per eccellenza. La prima Roma si era trasferita a Costantinopoli nel IV secolo: qui Costantino fece costituire una seconda Roma che per tutto il Medioevo eclissò la prima Roma divenendo una sorta di capitale del mondo il cui nome ufficiale era appunto “nuova Roma”
Merita ricordare che Napoleone disse che se si fosse costituito un governo mondiale la captale avrebbe dovuto essere Costantinopoli. La terza Roma è Mosca che si contrappone, però, a un’altra terza Roma. Nel 1453 Mehmet II un Sultano affascinato dall’arte, dalla cultura occidentale e ( da buon militare) dalla tecnologia occidentale, conquista Costantinopoli e dichiara una cosa che per il diritto internazionale è ineccepibile: è l’erede dell’impero romano per diritto di conquista. Noi diciamo genericamente Sultano ma il termine esatto era Padisha che vuol dire imperatore e viene dalla parola Cesar per proclamarsi successore dei Cesari e padrone della terza Roma che coincide territorialmente con la seconda.
Viceversa, a nord la continuità bizantina si ricostituisce con il Granduca di Moscovia che , cristiano – ortodosso e legato fin dal Medioevo alla tradizione bizantina, dichiara di essere lui il legittimo erede dell’impero romano. Da allora il gran Principato di Moscovia acquisisce caratteristiche proprie di Costantinopoli e assume le insegne imperiali ricostituite e ripensate. Con i grandi imperatori del ‘500 Ivan III e Ivan IV “il Terribile” prende il titolo di imperatore Czar ,la trascrizione nell’ idioma slavo di Caesar.