(Giuseppe Sarcina del Corriere della Sera) – L’ultima di Donald Trump: “in agosto tornerò presidente”. L’ex leader degli Stati Uniti, pur se silenziato dai principali social network (e nonostante la chiusura del suo blog, dopo circa un mese), torna ad agitare la politica americana.
Il riferimento (poi ritirato) al colpo di Stato in Myanmar
Secondo le indiscrezioni rilanciate via Twitter, tra gli altri, dalla giornalista del New York Times, Maggie Haberman, Trump «sta dicendo a un certo numero di persone con cui è in contatto che si aspetta di essere reintegrato come presidente entro agosto». Più che una teoria cospirativa, una farneticazione, diffusa per mobilitare il nucleo dei fedelissimi, ancora in campo.
Sabato scorso, 29 maggio, i trumpiani si sono ritrovati a Dallas, nell’Hotel Omni, per un raduno titolato “For God and Country Patriot Roundup Saturday”. L’avvocata Sidney Powell, protagonista con Rudy Giuliani della scalcagnata offensiva giudiziaria per ribaltare il risultato delle scorse elezioni, ha detto che Trump “potrebbe semplicemente tornare presidente”.
L’ex consigliere per la Sicurezza Nazionale, il generale Michael Flynn ha aggiunto che «si potrebbe pensare a un colpo di Stato simile a quello del Myanmar», salvo poi fare rapidamente marcia indietro.
Naturalmente nessuno ha capito come Trump potrebbe rientrare alla Casa Bianca. Qui e là, sulla rete, vengono evocate “leggi approvate dal Partito repubblicano”. Come? Sbaraccando la Costituzione? Guidando le milizie in un bis del 6 gennaio? Fantasie malate.
La polarizzazione della società Usa
Però attenzione, perché il clima politico è sempre tossico. Un sondaggio pubblicato il 27 maggio dal «Public Religion Research Institute and Interfaith Youth Core», mostra come il 15% degli americani creda che il potere sia controllato da una setta di pedofili, adoratori di Satana. La ricerca è stata condotta nel marzo scorso su un campione di 5625 persone, dai 18 anni in su, miscelati per etnia e fede religiosa. L’istituto, specializzato in analisi che intrecciano società e religione, ha sondato il consenso raccolto dagli agitatori di QAnon, il movimento nato nel 2017 e schierato con Trump.
I risultati sono inquietanti. In particolare il 20% del campione si aspetta «una tempesta che spazzerà via le elites al potere e rimetterà al loro posto i leader legittimi». La percentuale sale al 28% considerando solo i repubblicani e al 14% tra i democratici.
Le indagini su Trump
In realtà da Mar-a-Lago, per i trumpiani la “vera capitale politica” degli Stati Uniti, filtra grande nervosismo. L’ex costruttore newyorkese, 74 anni, osserva le mosse di Cyrus Vance, capo della Procura distrettuale di Manhattan, che sta indagando da quasi tre anni sugli affari e le finanze della holding cui fanno capo le attività della famiglia, dagli hotel ai campi da golf. Il 25 maggio Vance ha convocato un “Grand Jury”, per esaminare possibili accuse penali a carico dei vertici della Trump Organization.
Domenica 30 maggio Roger Stone, consulente e sodale di Trump, ha dichiarato al sito di estrema destra “Infowars”: “È possibile che entro un paio di settimane Donald possa essere incriminato per frode fiscale o per truffa finanziaria con accuse false e fabbricate”.
In realtà la magistratura sta esaminando, tra l’altro, i bilanci presentati alle banche: i contabili trumpiani avrebbero gonfiato il valore degli asset per ottenere più facilmente i prestiti. “The Donald” starebbe cercando una via d’uscita, provando per esempio a scaricare la responsabilità sui dirigenti del gruppo. Nello stesso tempo Trump è impegnato nella controffensiva politica. A breve tornerà in piazza con un comizio “epico” in Florida.