(Francisco Veneto di Aleteia) – Cosa accadrà ai fedeli cristiani dell’Afghanistan? Se lo chiede subito chiunque sia minimamente consapevole del grave stato di persecuzione anticristiana presente in decine di Paesi di tutto il pianeta, provocata da regimi fortemente atei, come nel caso dei comunisti cinesi o nord-coreani, o da regimi conniventi, passivi o complici del terrorismo fondamentalista islamico, come nel caso di Nigeria e Pakistan.
È anche il caso dell’Afghanistan riconquistato di recente dai talebani: visto il percorso di questo gruppo di radicali adepti della più rigida e brutale interpretazione della legge islamica, il regime che si è impossessato di Kabul domenica scorsa rappresenta una grave minaccia non solo alla libertà di culto, ma anche all’integrità fisica dei cristiani nei territori sottoposti al loro controllo.
La Caritas Italiana è particolarmente preoccupata per la piccola comunità cristiana dell’Afghanistan, e dovrà probabilmente sospendere le sue attività nel Paese, in cui opera dagli anni Novanta. Altre entità cattoliche saranno purtroppo costrette ad adottare le stesse misure.
La rete Caritas, composta da decine di unità nazionali, si dedica alla carità cattolica e all’azione sociale in più di un centinaio di Paesi, indipendentemente dal fatto che siano a maggioranza cristiana o meno. In Afghanistan agisce attraverso la Caritas Italiana, che ha già dichiarato di temere per la sicurezza dei cristiani nel territorio ora sotto il controllo dei talebani.
L’organizzazione ha deciso di “sospendere tutte le attività” a causa dell’instabilità della situazione, “mentre crescono i timori per la possibilità di mantenere una presenza anche per il futuro, oltre che per la sicurezza dei pochi Afghani di confessione cristiana”.
Si stima che nel Paese ci siano solo 200 cattolici, anche perché la conversione al cristianesimo può essere condannata con la pena di morte. L’unica chiesa cattolica esistente in Afghanistan è situata all’interno dell’ambasciata italiana a Kabul.
In questo panorama, i pochi sacerdoti e religiosi cattolici presenti nel Paese dovranno partire.
Caritas Italiana ha reso noto che sta valutando la situazione dei rifugiati afghani alla frontiera con il vicino Pakistan, un altro Paese, tanto per dire, in cui la situazione dei cristiani è spesso molto complicata. Il ritiro delle forze armate statunitensi sta lasciando l’Afghanistan in un tragico abisso, dopo una guerra ventennale dai costi umani incalcolabili e ben più drammatici dei miliardi di euro sprecati in operazioni fallite.