da seidifirenzese.it (Tommaso Gallicchio) – Il Marzocco e altri simboli fiorentini
La scorsa volta (Qui per leggere l’articolo) ,parlando del giglio di Firenze, non ho, anche volutamente, accennato ad un altro importante simbolo che la città di Firenze ha usato nel corso della sua storia. Si tratta, infatti, di un simbolo che è sopravvissuto, attraverso i secoli e gli innumerevoli cambiamenti politici, sino ai giorni nostri e che è molto presente nelle decorazioni dei palazzi e delle piazze fiorentine:sto parlando ovviamente del Marzocco.
Il Marzocco: un leone che regge uno scudo
Il Marzocco è in pratica un leone che regge uno scudo con impresso sopra il giglio fiorentino.
L’etimologia del nome è ancora molto discussa dagli studiosi, ma la teoria più accreditata è che il nome derivi dalla contrazione del termine latino “Martocus”, che tradotto significa “Piccolo Marte”. Non c’è da stupirsi del riferimento a Marte, dio romano della guerra, poiché sappiamo che era appunto lui il nume tutelare di Florentia, prima della conversione al cristianesimo.
Per tutto il Medioevo, dunque, i fiorentini si sono spiegati l’assunzione di questo simbolo come una sorta di continuità con le antiche radici romane, testimoniata anche dal fatto che il Battistero, la chiesa cittadina per eccellenza (prima della costruzione di Santa Maria del Fiore,ovviamente), non fosse altro che l’antico tempio di Marte.
Tuttavia, le motivazioni dell’assunzione di questo simbolo sono più complesse. Le prime attestazioni che abbiamo dell’utilizzo del Marzocco, infatti, risalgono all’XI secolo, quando la lotta tra ghibellini e guelfi iniziò ad intensificarsi in città. Essendo il simbolo dei ghibellini l’aquila, a richiamo delle insegne imperiali, i guelfi decisero di utilizzare come simbolo il nemico dell’aquila nella simbologia araldica: il leone appunto. Da allora, quindi, il leone divenne un simbolo della libertà e della forza del popolo fiorentino e, con la definitiva vittoria dei guelfa, l’animale totemico della città di Firenze.
Dalla fine del secolo, poi, il comune istituì un serraglio di leoni, che all’inizio ebbe sede in piazza San Giovanni,per poi essere spostato vicino a Palazzo Vecchio, in quella che tutt’oggi è chiamata Via dei Leoni. Questo serraglio rimase un elemento molto importante per la popolazione fiorentina, tant’è che nemmeno i Medici, dopo aver assunto il controllo di Firenze, decisero di eliminarlo ma, anzi, lo spostarono vicino al giardino dei Semplici, uno dei più antichi orti botanici del mondo, dove rimase fino al 1775, quando il Granduca Pietro Leopoldo lo abolì definitivamente.
Lo stemma mediceo
Un altro stemma che si può incontrare molto facilmente per le vie di Firenze non è legato propriamente alla città,ma alla famiglia che in un qualche modo l’ha resa grande:i Medici. Lo stemma medico, caratterizzato da sette palle, sei rosse e una blu con dei gigli dorati, è presente su molti edifici e palazzi,a simbolo del potere della famiglia che ha amministrato la città (e la Toscana) dal 1537 al 1737.
Non sappiamo bene cosa vogliano simboleggiare queste palle (o bisanti, come vengono chiamati in araldica): alcuni pensano che siano un allusione alle pasticche medicinali, con rimando quindi al cognome della famiglia; altri ancora invece pensano sia un rimando allo stemma dell’Arte del Cambio, alla quale i Medici si erano iscritti dopo essersi trasferiti a Firenze. Una leggenda della stessa famiglia Medici racconta che quelle palle sarebbero le impronte lasciate dal gigante Mugello sullo scudo di Averardo de’Medici, paladino di Carlo Magno e capostipite mitico della famiglia.
La palla azzurra gigliata, poi, ha una storia a sé: venne concessa nel 1465 a Pietro il Gottoso, padre di Lorenzo il Magnifico, da re Luigi XI di Francia. I gigli lì raffigurati, perciò, non sono i gigli di Firenze, ma i ben più nobili Gigli di Francia, simbolo della regalità d’oltralpe dai tempi del re Ugo Capeto.