da lecodellaverita.it (Valeria Russo) – Il 2 novembre è festa dei morti, si celebra il loro approdo alla luce e si ricorda che un giorno torneranno in vita. Risorgeranno dalle loro ceneri e vivranno per sempre.
Ricordo sempre con nostalgia e grande emozione quando mia nonna cercava di spiegarmi perché il 2 novembre è festa.
La nonna mi abbracciava e mi spiegava che era la ricorrenza dei morti, ovvero il giorno in cui i defunti hanno il privilegio di tornare sulla Terra, sotto altra forma o in puro spirito, per aiutare i parenti ancora in vita e non lasciare nulla di irrisolto.
Già allora, era difficile accettare il tema della morte per me e del distacco di mia nonna ancor di più. Lei, che sorrideva sempre quando il 2 novembre festività dei morti si apprestava ad andare al cimitero per pregare sulla tomba del nonno -scomparso prima che io nascessi- e dei genitori di lei, mi avrebbe lasciato una ventina di anni dopo quei particolari e affascinanti racconti con i quali cercava di introdurre me bambina al difficile concetto del trapasso nell’Aldilà.
La commemorazione dei defunti spiegata ai bambini dovrebbe essere fatta con quella dolcezza che solo i nonni sanno avere verso i nipoti. Ma questa è un’altra storia.
Il film d’animazione Disney “Coco“, ad esempio, svolgendosi proprio durante questa festa dei morti il 2 novembre, cerca di spiegare ai bambini il rapporto tra vita e morte. Un film da vedere sicuramente, ma sempre con la presenza di un adulto, pronto a rispondere alle domande dei più piccoli.
Il titolo di questo mio articolo è volutamente provocatorio. La ricorrenza del 2 novembre è festa dei morti o commemorazione dei defunti? Perché molti hanno perso il vero senso di questa solenne festività. Spesso la confondono con Halloween, che non ha proprio nulla a che vedere con l’importanza che ha la commemorazione di un defunto, a prescindere se siate cattolici o meno.

QUALI TRADIZIONI SONO LEGATE ALLA FESTIVITÀ 2 NOVEMBRE?
Il 1º novembre fu decretata la festa di Ognissanti come solennità di precetto, dietro richiesta di papa Gregorio IV, con il consenso di tutti i vescovi.
Solo in seguito resero il 2 novembre festivo. Fu infatti Sant’Odilone, abate di Cluny dal 994 al 1048, a fissare la data al 2 Novembre la commemorazione di tutti i defunti per collegare la nuova ricorrenza con quella del giorno precedente la festa di tutti i santi 1 novembre. È tra le festività italiane ancora oggi più sentite e non solo in Italia.

2 NOVEMBRE FESTA E PAN DEI MORTI
In molte località italiane è diffusa l’usanza di preparare alcuni dolciumi, chiamati dolci dei morti o pane dei morti, per celebrare la giornata del 2 novembre.
Il pane dei morti sono dolcetti morbidi a forma di lapide, impastati con savoiardi, amaretti, burro farina, uova, zucchero, pinoli, mandorle, cacao, uvetta e fichi secchi, ma anche con aggiunta di scorza di arancia, vino passito, lievito di cannella, noce moscata, chiodi di garofano, zucchero a velo.
Nella ricorrenza del 2 novembre si preparano questi Pan dei morti nella zona di Milano e della Brianza, in occasione della festa dei morti, per dare il benvenuto alle anime dei defunti che dovessero ripresentarsi nelle case. E questo rito di offerta è antichissimo, infatti già i Greci, ad esempio, offrivano un pane dei morti alla dea Demetra proprio nell’approssimarsi dell’inverno.

LA COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI NELLA STORIA
Per la commemorazione di tutti i fedeli, passati a miglior vita, è consuetudine andare in processione al cimitero e portare fiori sulle tombe dei defunti.
Una tradizione che anche gli antichi Romani avevano ben chiara. Questi erano molto attenti ai defunti, i cui funerali erano una necessità imprescindibile. Infatti, ritenevano che i trapassati fossero gli spiriti protettori della famiglia e, se al momento della morte non venivano onoratamente sepolti, avrebbero vagato senza pace, tormentando i parenti vivi, che li avevano trascurati.
È solo con il Cristianesimo che seppellire i morti diventa una pratica esclusiva, fondata su presupposti religiosi: dare sepoltura era una delle pie 7 opere di misericordia corporale, come lasciapassare per l’aldilà.
E così, sulla tomba il giorno 2 novembre si prega, si chiedono suffragi per il defunto, che risorgerà insieme al suo corpo alla fine dei tempi, cioè nella Parusia o seconda venuta di Cristo.
La festività dei morti è un modo per ricordare la garanzia della resurrezione nel giorno del giudizio universale. Ciò non toglie che il defunto possa scegliere di essere cremato piuttosto che inumato, cosa che avviene soprattutto in condizioni sanitarie particolari, come quella che stiamo vivendo noi in questo periodo di pandemia da coronavirus.
Ciò che conta è che le ceneri del defunto siano custodite in un luogo sacro, cioè al cimitero. Non è consentita, infatti, la conservazione delle ceneri nell’abitazione domestica, nella loro trasformazione in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria, come accade invece in America. È una questione di igiene e di sacralità.
Oltre ai fiori, in molto paesi dell’America Centrale, si addobbano le tombe con giocattoli per i bambini ma anche alcolici.   In Messico, in alcune abitazioni è ancora consuetudine preparare l’altare dei morti. Un culto sentito tutto l’anno e non solo nella festività dei morti.

PERCHÉ CRISANTEMI PER LA COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI
Il 2 novembre è anche la festa dei fiori. A seconda delle specie, i fiori si vedono attribuire dei significati precisi, ma in generale il fiore incarna la grazia della natura, il rinnovarsi del mondo vegetale, la rinascita. Il crisantemo, in particolare, rappresenta la spiritualità e la morte nella sua dimensione iniziatica. La parola viene dal greco e vuol dire fiore dorato. Infatti, il crisantemo, il simbolo dell’attesa paziente e feconda nel raccoglimento, è un fiore apprezzato, venerato anche in Giappone, ed è di carattere sacro in quanto accompagna il cammino spirituale. Inoltre, il crisantemo è il simbolo del 2 novembre, festa dei morti per la sua simbologia: longevità ed eternità.
In Occidente, in quanto fiori dei cimiteri, i crisantemi servono ad adornare le tombe dei defunti e nella ricorrenza del 2 novembre solennità dei morti rievocano la morte e il lutto. Nella solenne commemorazione di un defunto, essi rappresentano il segno felice, dell’immortalità dell’anima.

E’ FESTA IL 2 NOVEMBRE?
In Italia, benché questa ricorrenza sia particolarmente importante per i credenti,  che approfittano di tale giorno per far visita ai cari defunti, il giorno dei morti non è mai stato ufficialmente istituito come una festività civile.

LA RICORRENZA DEI MORTI E  LORO MANIFESTAZIONI
La festività dei morti ha davvero qualcosa di incredibile, come mi raccontava mia nonna Ida.
È il giorno in cui i morti hanno un permesso speciale dal Paradiso per poter tornare dall’aldilà e scendere sulla Terra, sotto altre forme o sotto forma di spirito, per comunicare con i loro cari ancora in vita. Una delle forme in cui questi defunti si manifestano è quella di uccellini.
Questi ultimi rappresentano la trascendenza e il distacco dall’ involucro terreno, poiché appartengono al mondo celeste e sono anche l’elevazione della coscienza della spiritualità. Come ci testimonia anche la religione orientale del taoismo, in cui si parla degli 8 immortali che appaiono sotto forma di uccelli per indicare la leggerezza del superamento delle contingenze terrene.
Gli uccelli sono dunque i mediatori privilegiati tra gli uomini e Dio, tra la terra e il cielo, tra il basso e l’alto. Secondo delle leggende, il 2 novembre festa dei morti, le anime dei marinai e degli uomini di Marina trapassati si manifestano ai loro cari attraverso un gabbiano, che vola alto intorno alle case da loro abitate quando erano in vita.
Altra tradizione vuole che proprio nella ricorrenza dei morti il trovare delle penne di uccello all’interno del proprio terrazzo, o del proprio giardino, è il segnale di un anima dell’aldilà che saluta i propri cari. Secondo un’altra antichissima tradizione, il merlo è di buon augurio, così come il passerotto, simbolo della piccolezza e dell’umiltà.
Chi vede un passerotto che si ferma sul davanzale del proprio balcone nella settimana di solennità dei morti, o il 2 novembre commemorazione dei defunti, sia quasi sicuro che quel passerotto è l’anima di un caro trapassato. Altro modo in cui i defunti si manifestano ai cari vivi consiste nel lasciare piume, monetine lungo la strada o nel palesare una serie di coincidenze inspiegabili.
La forma preferita in cui i defunti si rendono ancora presenti, rompendo quel limite che c’è tra vivi e morti,  è attraverso i sogni. Nel momento di riposo del corpo le anime cercano di comunicare in maniera simbolica e attraverso il pensiero le loro emozioni ai viventi.
Per quanto Halloween possa affascinare le giovani generazioni non sarà mai paragonabile all’importanza e alla delicatezza che ha la commemorazione di un defunto il 2 novembre festività italiana tra le più sentite e tra le più intramontabili- in particolar modo in questo momento così difficile per tutto quanto il mondo, flagellato da una pandemia da COVID-19 che non si arresta e che continua a mietere morti.
C’è la necessità di celebrare la solennità dei defunti con preghiere, con visite al cimitero e con un pensiero perché, come diceva sempre mia nonna:

il giorno in cui non ci sarò più, nipote mia, basterà che tu mi pensi un solo istante ed io in un baleno sarò lì con te…

Nonna Ida

Buon 2 novembre a tutti coloro che non smetteranno mai di celebrare i propri defunti approdati alla luce.