Verona – Tre differenti casi persecutori in Uzbekistan, tra i tanti di cui giungono notizie all’organizzazione internazionale evangelica a sostegno dei cristiani perseguitati “Porte Aperte” dal paese asiatico già parte dell’Unione sovietica, per descrivere la sistematica e pesante situazione di discriminazione a danno dei cristiani. Quattro intere famiglie sono state arrestate per il fatto di possedere libri e Cd cristiani. L’irruzione è avvenuta nei giorni di Pasqua e la polizia ha confiscato il materiale e trattenuto i membri di queste quattro famiglie, interrogandoli aspramente, minacciandoli e trattandoli piuttosto male. Uno dei cristiani arrestati, persino durante il pesante interrogatorio ha portato il messaggio di salvezza di Cristo ai poliziotti. Lo scopo di questi arresti è bloccare la diffusione del cristianesimo, risalendo alle fonti che forniscono materiale e preparazione. In un’altra città, un’altra irruzione della polizia ha portato ancora alla confisca di materiale cristiano e all’arresto temporaneo dei credenti presenti che si sono visti rilasciare con una multa di oltre 2.300 euro: una cifra esorbitante considerando che il loro salario medio mensile è di 80 euro. Tra loro una giovane donna ha subito lo stesso trattamento pur non essendo cristiana (era presente alla riunione solo per occuparsi dei bambini). Altra località ancora, una ragazza, a causa della sua fede cristiana, è stata pesantemente picchiata dalla sua famiglia, al punto di dover fuggire da casa e rifugiarsi in un posto sicuro, accudita da una famiglia di cristiani. Era riuscita a fuggire grazie all’intervento di suo fratello, il quale per difenderla è finito in ospedale con una preoccupante frattura cranica. I parenti la stanno cercando e sembrano intenzionati addirittura a farsi aiutare dalla polizia. Per ragioni di sicurezza delle persone coinvolte nei fatti Porte Aperte ha preferito mantenere segreti nomi e località. [gp]