New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – È tornato libero Fratel Samuel, dell’organizzazione protestante Gospel for Asia, arrestato per sospetti legami con i guerriglieri maoisti. In prigione ha proclamato il Vangelo, spingendo 20 detenuti a convertirsi al cristianesimo. È un missionario di Gospel for Asia che dopo otto anni passati in una prigione dell’India per false accuse di terrorismo è stato liberato a metà marzo, ma la notizia è stata diffusa solo in questi giorni. Il religioso era stato arrestato nel 2004 nello Stato del Jharkhand, con l’accusa di aver partecipato a disordini provocati dai naxaliti (guerriglieri maoisti), nei quali erano morti 19 poliziotti. Sebbene si sia sempre detto estraneo all’incidente, il pastore è stato imprigionato ed è rimasto vittima di numerosi rinvii processuali. Senza perdersi d’animo, fratel Samuel ha continuato a battersi per la sua innocenza e a proclamare la Parola di Dio anche all’interno del carcere. “Quando ho ricevuto la notizia della sua liberazione – dice K. P. Yohanna, fondatore e presidente di Gospel for Asia, organizzazione missionaria protestante che opera in India, Sri Lanka, Bangladesh, Bhutan, Myanmar e Nepal – ero molto emozionato. Gesù ci ha detto di non stupirci di simili persecuzioni, quando decidiamo di seguirlo. Eppure, mi sento sollevato perché le nostre preghiere hanno avuto ascolto”. Tra udienze, appelli e ricorsi, il caso del missionario rimbalzano di anno in anno, tenendolo lontano dalla moglie e dalla sua unica figlia. Intanto, i poliziotti della prigione capiscono che è innocente, e gli danno il permesso di celebrare messa il venerdì e la domenica. A poco a poco, anche altri detenuti iniziano a scoprire Cristo. Nell’agosto 2010, una corte indiana ritira tutte le accuse contro il pastore, perché non vi sono prove della sua colpevolezza, né dei suoi legami con gli altri terroristi. Tuttavia, serve un’ultima udienza per ratificare in modo ufficiale il suo rilascio: la corte non si riunirà prima del marzo 2013, quasi tre anni dopo. “In quel periodo – ricorda il missionario – ero molto depresso, ma il Signore mi ha aiutato a comprendere che aveva un piano speciale per me in carcere. Dio mi ha sostenuto nel condividere l’amore di Gesù con gli altri detenuti. Attraverso il mio ministero, ho visto avvenire una trasformazione nelle loro vite”. Durante i suoi otto anni di prigione, circa 20 carcerati hanno deciso di convertirsi al cristianesimo. “Fratel Samuel – sottolinea il fondatore di Gospel for Asia – è rimasto fedele nonostante la persecuzione, e questo ha colpito tanti in prigione che non avevano mai conosciuto l’amore di Cristo”.