(da Difesa & Sicurezza) – Le donne afghane che risiedono all’estero hanno mostrato al mondo la condizione in cui vivrebbero oggi se si trovassero nel loro paese. Lo hanno fatto con una sorta di manifestazione online, lanciata sui social media con gli hashtag #AfghanistanWomen e #DoNotTouchMyClothes, in cui indossano gli abiti tradizionali. Obiettivo: far vedere che il burqa non fa parte della loro cultura e che quella dei talebani è solo un’imposizione, che non ha nulla a vedere con la religione o i costumi locali. Lo riporta la CNN. L’iniziativa è stata organizzata in netta contrapposizione con una manifestazione avvenuta pochi giorni fa nelle strade della capitale, in cui le donne sono scese in strada con un burqa nero, affermando di supportare l’Emirato Islamico e chiedendo di poter studiare e lavorare secondo i principi dell’Islam.
Di fatto, oggi, sono le donne quelle che combattono più attivamente i talebani in Afghanistan. Lo fanno con le loro armi, che non sparano ma che probabilmente sono più letali dei fucili: le manifestazioni in strada e online, dentro e fuori del paese asiatico, nonostante la dura repressione dell’Emirato Islamico. Non si arrendono a rinunciare a quanto hanno conquistato con sacrificio negli ultimi 20 anni, anche grazie a programmi ad hoc sulla parità di genere, finanziati dalla Cooperazione Italiana negli anni. Sanno che se si fermeranno, per loro sarà la fine. Torneranno a essere oggetti e non più persone e questo non se lo possono permettere, a differenza degli uomini che comunque, nonostante alcune limitazioni, continueranno a fare la loro vita di sempre.
Le donne in Afghanistan, comunque, non sono sole; qualcosa si qualcosa comincia a muoversi. L’attore Hugh Jackman, ha lanciato un appello di solidarietà su Twitter, che sta rapidamente diventando virale. L’obiettivo è pubblicizzare le vendite di magliette con la frase “I Stand with Afghan Women”.
Il ricavato verrà destinato ad alcune associazioni, che si occupano di sostenere le donne del paese asiatico in difficoltà. La campagna è stata lanciata dall’attivista Zainab Salbi, fondatrice di WomenforWomen.