La Sindone si formò prabilmente con una potentissima scarica elettrica e la sua datazione, trova nuove rilevanze scientifiche che la collocano all’epoca di Cristo. Sono i due dati che emergono dalla relazione tenutasi a Colonia dal prof. Giulio Fanti, studioso della Sacro Lino, invitato a Colonia in occasione del Congresso eucaristico nazionale tedesco. La nostra inviata a Colonia, Cristine Seuss, gli ha chiesto di illustrare gli ultimi esperimenti condotti sul telo sindonico:
R. – Tramite un finanziamento di Ateneo abbiamo fatto uno studio di datazione basato su analisi RAMAN e IF-TR – che sono due analisi specifiche di spettrometria e chimica – e un’analisi meccanica multiparametrica. Tutte queste analisi sono state eseguite su campioni originali provenienti dalla Sindone, dopo aver determinato una scala di valori, utilizzando una serie di campioni antichi partendo da 3000 anni a.C. fino ai giorni nostri. Tutte e tre le datazioni hanno riportato a delle date, che sono intorno al I secolo d.C., e come risultato è venuto fuori che la data più probabile della Sindone a livello di confidenza del 95% è 33 a.C., più o meno 250 anni. Quindi, comprende proprio l’epoca in cui visse Gesù Cristo.
D. – E quali particolarità della Sindone l’hanno colpita di più, lei che la studia da 15 anni molto da vicino?
R. – C’è una particolarità che è estremamente importante, ed è quella dell’immagine corporea. L’immagine corporea ancora oggi non è riproducibile. Ci sono diversi studiosi di vari Enti mondiali, che stanno cercando di dare una spiegazione a come si sia formata questa immagine. Anch’io, con vari collaboratori, sono arrivato all’ipotesi, secondo me più probabile, che quest’immagine si sia formata in seguito ad una intensa esplosione di energia, molto intensa, ma breve. Molto probabilmente, questa esplosione di energia è di tipo elettrico, connessa a forti campi elettrici dell’ordine di 50 milioni di Volt. Questo lo dice lo scienziato Igor Bensen, americano, che per primo ha fatto delle analisi a questo riguardo. 50 milioni di Volt vuol dire concentrare nello stesso istante 50 fulmini nella stessa zona, e quindi questa è l’entità della energia che dovrebbe essere necessaria per formare un’immagine simile alla Sindone. Ecco perché ancora oggi, anche in laboratorio, non sono riusciti a riprodurre qualcosa di questo tipo.
D. – C’è comunque una diatriba tra i diversi scienziati in corso. Ancora non sembrerebbe esserci sicurezza totale sulla datazione e sull’origine?
R. – Sì, ci sono diversi punti di vista, però la gran parte degli studiosi “seri” sta convergendo sul fatto che la Sindone corrisponda perfettamente con la descrizione dei Vangeli e sia databile intorno al I secolo d.C.. Sappiamo tutti che la datazione del Carbonio 14, eseguita nel 1998, non è attendibile. Ecco perché poi sono state fatte queste datazioni alternative, le quali – tutte e tre – coincidono con il I sec. d.C.. La Sindone, dal punto di vista scientifico, lascia più dubbi che certezze. Se noi sappiamo il 3, il 4 per cento di quello che dovremmo sapere della Sindone, dal punto di vista scientifico, sappiamo tanto.