Città del Vaticano – No allo spargimento delle ceneri del defunto e ai funerali in casa. Il nuovo libro liturgico del Rito delle Esequie rivede i testi biblici e di preghiera per rispondere a «un dominante distacco della società nei confronti della morte». Dietro l’aumento del numero delle cremazioni «c’è il grande sforzo pubblicitario delle agenzie funebri che gestiscono queste pratiche», denuncia Alceste Catella, vescovo di Casale Monferrato e presidente della commissione Cei per la liturgia. «La Chiesa accetta la cremazione, se non è decisa in odio alla fede (cioè per negare la risurrezione dei corpi proclamata nel Credo) ma non la incoraggia». Non è stata accolta la proposta di prevedere che nei cimiteri si possano versare le ceneri su un fazzoletto di terra consacrata in modo da trovare un compromesso tra chi chiede la dispersione e l’indicazione canonica. La Cei, infatti, ha deciso di «non dare discipline precise sulla dispersione delle ceneri», pratica che «desta molte perplessità», perciò «l’inumazione o tumulazione resta la scelta più espressiva di una fede che crede nella risurrezione». Proibite le esequie nella casa del defunto per il «rischio di una privatizzazione intimistica». Per la cremazione viene prevista una preghiera nel luogo in cui avviene, un’altra sull’urna e un’ ultima alla deposizione. Nessun rituale per la dispersione o conservazione in casa delle ceneri: risultano non ammissibili per la Chiesa in quanto «indulgono a concezioni naturalistiche o panteistiche».
Giacomo Galeazzi