Un Ordine monastico particolare che è interessante da conoscere ed approfondire, che ha mosso i primi passi da una fitta foresta ai confini della regione della Champagne e della Borgogna, nel lontano 1069.
Un abate benedettino, Robert de Molesme, aveva realizzato una fondazione a Molesme in Borgogna, nella diocesi di Langres nel 1075 su richiesta di vecchi eremiti desiderosi di essere iniziati alla vita monastica, secondo l’ideale di vita proposto da San Benedetto, ma conservando le loro attitudini solitarie.
Robert lasciò due volte Molesme con qualche fedele monaco, spinto da una volontà di fondare una nuova comunità. Verso il 1090 andò ad Aux e il 21 marzo 1098 a Cistercium oggi Citeaux, un luogo umido e malsano.
Il piccolo gruppo si stanziò in quello spazio deserto, costituendo un eremo, posto sotto la diocesi di Chalon, con il consenso vescovile e del proprietario del terreno, tagliati ed estirpati piante e rovi, essi cominciarono a costruirvi un monastero.
Nel 1098, l’anno della Prima Crociata,un piccolo gruppo di eremiti, il priore Alberico, l’abate Roberto, il giovane ed eruditissimo monaco Stefano Harding e altri sei monaci intraprende una strada che segnerà l’Europa intera per tutti i secoli a venire.
Staccatisi dal modello Cluniacense, che aveva attirato l’attenzione quale modello di perfetta vita monastica, ma che per loro non la rispecchiava, Alberico e Stefano e il resto del gruppo, decisero che avrebbero osservato in modo peculiare la regola benedettina, ottenendo dal legato apostolico l’autorizzazione. Per cui il monastero di Cistercium (Citeaux) divenne il un punto per vivere una nuova forma di monachesimo, ossia, un monachesimo che sarà conosciuto come Cistercense, prendendo il nome dal luogo di origine della prima abbazia di Cistercium, che divenne la madre di tutte le Abbazie cistercensi, dal 1099 al 1108.
Alberico che fu il primo priore dell’abbazia, morì il 10 gennaio 1109, lasciò un monastero direttamente sottoposto alla Santa Sede ma con una propria regola lo (scriptorium) accettata dal Pontefice.
Stefano Harding, che prese il posto dello stesso Alberico alla guida dell’Abbazia. Anzitutto, vietò al duca di Borgogna di tenere corte nel monastero, com’era invece tradizione, essendo costui il principale benefattore dello stesso. Come risposta, la classe aristocratica smise di elargire donazioni, costringendo i monaci nei due anni seguenti a vivere in ristrettezze e a mendicare, tanto che temettero di dover abbandonare il progetto per l’edificazione di un Nuovo Monastero.
Il vescovo di Chalon lanciò però un appello in favore dei “Cistercensi”, che in tal modo poterono riprendere la loro opera. Stefano accettando varie donazioni di terre, permise al nascente ordine di sopravvivere.