(Andrea Gagliarducci di Aci Stampa) – Una conversazione breve, di circa 25 minuti, quella tra Papa Francesco e il Primo Ministro maltese Robert Abela. E forse uno dei temi del viaggio è stato la visita che Papa Francesco ha già confermato di voler fare a Malta, nell’ambito di un percorso che ad inizio dicembre lo dovrebbe portare a toccare anche Grecia e Cipro.
Non era previsto inizialmente così, perché Papa Francesco sarebbe dovuto essere a Malta nella Pentecoste 2020, il 31 maggio, mentre il viaggio a Grecia e Cipro, che si pensava essere a novembre 2020, sarebbe stato preceduto da una tappa in Montenegro. Di fatto, però, il Papa ha reso chiara la sua intenzione di visitare Malta nella sua intervista alla COPE, in cui ha legato il viaggio sull’isola a quello a Cipro e in Grecia. Non ci sono ancora date ufficiali, ma Malta dovrebbe essere di due giorni (come previsto nel 2020) per poter anche andare sull’isola di Gozo, la ex diocesi del Cardinale Mario Grech, ora segretario generale del Sinodo dei Vescovi. Si pensa ad un viaggio tra il 2 e 6 dicembre, con il passaggio a Cipro previsto per il 4, ma tutto è ancora da definire.
Dopo l’udienza con il Papa, il Primo Ministro Abela si è incontrato con il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, e l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati.
“Nel corso dei cordiali colloqui in Segreteria di Stato – si legge nel comunicato della Sala Stampa della Santa Sede – sono stati sottolineati i buoni rapporti bilaterali e la proficua collaborazione tra la Chiesa e lo Stato”.
Inoltre, “i si è soffermati sul contributo del cristianesimo alla storia, alla cultura e alla vita del Popolo maltese, e sull’impegno della Chiesa in favore dello sviluppo umano e sociale del Paese, specialmente in campo educativo e assistenziale”.
Infine, “sono state quindi trattate tematiche di comune interesse, quali le migrazioni, che vedono fortemente impegnati la Chiesa e il Governo, e alcune questioni di carattere etico”, e “si è fatto riferimento alla situazione europea ed internazionale, con particolare attenzione alla regione del Mediterraneo, nonché all’importanza del dialogo ecumenico e interreligioso nell’edificazione della pace e della fraternità tra i popoli”.
Come di consueto, particolarmente significativo è stato lo scambio di doni. Papa Francesco ha donato una fusione in bronzo raffigurante due mani che si stringono, sullo sfondo del colonnato di San Pietro, con una donna con bambino e una nave di migranti e la scritta “Riempiamo le mani di altre mani”. Ovviamente, non potevano mancare i documenti del Pontificato, il messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di quest’anno, e il documento sulla Fraternità Umana firmato ad Abu Dhabi.
Il primo ministro ha donato un’icona raffigurante San Paolo e San Publio, con la relativa spiegazione. San Paolo, infatti, visse a Malta, dove fu naufrago, e un passo degli Atti che ricorda il naufragio fu tema della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani del 2019, il cui sussidio era stato proprio affidato a un gruppo ecumenico di Malta.
Il Primo Ministro ha anche donato alcune coperte, destinate a bisognosi e senza tetto, che esemplificano un’iniziativa di solidarietà portata avanti da Abela e dalla sua famiglia.