(da La Voce di Genova) – Don Matteo Firpo, 45 anni, genovese, è il nuovo parroco della chiesa della Cella di via Giovanetti. La principale di Sampierdarena, dove farà il suo ingresso il 1° ottobre prossimo. A lui il compito non facile di sostituire monsignor Carlo Canepa, scomparso di recente dopo una grave malattia e grande sacerdote, molto amato in delegazione.
Tuttavia, don Matteo ha grande Fede e dolcezza e saprà sicuramente diventare punto di riferimento per la delegazione, sia da parte dei credenti che da chi è invece laico o non credente. Sacerdote dal giugno 2001, la sua attività pastorale si è svolta quasi totalmente dalla parte opposta della città e nell’asse della Valbisagno.
Oltre a svolgere l’importante funzione di insegnante di Teologia Liturgica in Seminario e presso l’Istituto di Scienze religiose. Attualmente è parroco a San Siro di Struppa e Aggio. “Sono prete da vent’anni – spiega – e sono sempre stato in Valbisagno. Sono stato vice parroco un po’ itinerante; a San Bartolomeo di Staglieno, a Molassana, quindi per un anno a Davagna e quattro anni vice parroco in via Terpi e ora, da 13 anni, parroco a San Siro”.
“Ai miei fedeli – dice don Matteo – ho detto che dopo 13 anni mi dispiace un po’ lasciare. Ho sempre cercato di entrare nella storia del posto dove mi trovavo e mi sentivo un po’ di San Siro. D’altro canto però c’è la gioia di questa nuova avventura a Sampierdarena che non conosco molto ma che girerò, imparerò a conoscere e poi un parroco non è mai solo; c’è tutta una comunità parrocchiale intorno che collabora. Certo il compito non è facile, perché vado a sostituire non solo un grande sacerdote come monsignor Carlo Canepa, ma due sacerdoti in gamba perché c’era anche don Matteo Pescetto, un amico, molto bravo”.
“Spero di essere all’altezza – insiste il neo parroco della Cella – sicuramente ho tanto desiderio di imparare la vita della parrocchia, di come vanno le cose, di inserirmi come uno che potrà dire di essere di Sampierdarena”.
Apre lo sguardo a nuovi orizzonti don Firpo e cita Papa Francesco: “Lo dice anche il Papa, siamo in un’epoca di grande cambiamento, niente sarà come prima. E la mia nomina a parroco alla Cella arriva proprio in un momento di grande cambiamento. Anche il cambio di un parroco può costituire un motivo di cambiamento; un’occasione importante. Speriamo che finisca questo periodo di pandemia. E sarà occasione di prendere in mano tante cose. Dobbiamo andare sempre più verso una nuova missione, la nostra missione. Dobbiamo riportare il vangelo dove non c’è più. Sono tutti molto buoni, ma credere, avere Fede è cosa diversa. Questa è la nostra missione”.