da Radio Spada (San Giovanni Bosco) – Paolo era di aspetto e di presenza non molto avvenente, siccome dice egli stesso. Era di statura piccolo, di complessione forte e robusta, e ne diedero prove le lunghe e gravi fatiche da lui sostenute nella sua carriera, senza essere mai stato ammalato ad eccezione dei mali cagionatigli dalle catene e dalla prigionia. Solamente sul finire de’ suoi giorni camminava alquanto curvo. Egli aveva la faccia bianca, la testa piccola e quasi del tutto calva. Il che dimostrava un carattere sanguigno e focoso. Aveva la fronte larga, sopracciglio nero e abbassato, naso aquilino, barba lunga e fitta. Ma gli occhi suoi erano al sommo vivaci e brillanti, con un’ aria dolce che temperava l’impeto de’ suoi sguardi. Questo è il ritratto del suo corpo.
Ma che diremo del suo spirito? Noi lo conosciamo da’ suoi scritti medesimi. Egli aveva un ingegno acuto e sublime, animo nobile, cuore generoso. Era tale il suo coraggio e la sua fermezza che traeva forza e vigore dalle stesse difficoltà e dai pericoli. Egli era versatissimo nella scienza della religione Ebrea. Era profondamente erudito nelle sacre scritture, e tale scienza aiutata dai lumi dello Spirito Santo e dalla carità di Gesù Cristo lo rese quel grande Apostolo che fu soprannominato il dottore dei Gentili. S. Giovanni Grisostomo divotissimo del nostro santo desiderava grandemente di poter vedere S. Paolo dal pulpito, perché, egli dice, i più grandi oratori dell’antichità sarebbero apparsi languidi e freddi in paragone di lui. Non occorre dire alcuna cosa delle virtù di lui, giacché quel tanto che abbiamo finora esposto non è altro che una tessitura delle virtù eroiche, le quali in ogni luogo, in ogni tempo, e con ogni genere di persona egli fece risplendere.
Per conclusione però di quanto abbiamo detto di questo gran santo merita di essere notata una virtù che egli ha fatto sopra ogni altra risplendere, la. carità verso il prossimo e l’ amor verso Dio. Egli sfidava tutte le creature a separarlo dall’amore del suo Divin Maestro. Chi mi separerà, andava egli esclamando, dall’amor di Gesù Cristo? forse le tribolazioni o le angustie, o la fame, o la nudità, o i pericoli, o le persecuzioni? No certamente. Io son certo che né la morte né la vita, né gli Angeli, né i principati, né le virtù, né il presente, né l’avvenire, né alcuna creatura ci potrà separare dall’ amore di Dio che è fondato nel nostro Signor Gesù Cristo Questo è il carattere del vero cristiano: essere disposto a tutto perdere, a tutto patire piuttosto che dire o fare la minima cosa che sia contraria all’ amor di Dio.
S. Paolo passò più di 30 anni di sua vita nemico di Gesù Cristo; ma appena fu dalla sua celeste grazia illuminato, si diede tutto a lui, né mai più da lui si separò. Impiegò di poi oltre 36 anni nelle più austere penitenze, nelle più dure fatiche, e ciò per glorificare quel Gesù che aveva perseguitato.
Cristiano lettore! forse tu che leggi ed io che scrivo, avremo passato una parte della vita nell’offesa del Signore! Ma non perdiamoci di animo: avvi ancora tempo per noi; la misericordia di Dio ci attende. Ma non differiamo la conversione perché se noi aspettiamo a domani ad aggiustare le cose dell’ anima, corriamo grave rischio di non aver più tempo. S. Paolo faticò 36 anni nel servizio del Signore; ora da 1800 anni gode l’immensa gloria del cielo, e la godrà per tutti i secoli. La medesima felicità è parimenti preparata per noi; purché ci diamo a Dio mentre abbiamo tempo e purché siamo perseveranti nel santo servizio sino al fine. È nulla quello che si patisce in questo mondo, ma è eterno quello che godremo nell’ altro. Così ci assicura lo stesso S. Paolo.