Milano – Credo che la questione posta da Magdi Cristiano Allam tra l’essere cristiani e l’essere cattolici diventa sempre più problematica. Magdi sottolinea la debolezza di una Chiesa sia di fronte all’Islam sia soprattutto nei confronti di un relativismo imperante sia nelle prese di posizione che sono di ordine politico, come si è dimostrato con le ingerenze del Cardinal Bagnasco. I temi per una discussione seria ma anche critica ed etica nei confronti dell’apparato Chiesa ci sono tutti. Ma sono anche convinto che c’è un “vizio” di fondo nell’immaginario di una fede popolare, ma anche di una cultura popolare, che è quella di porre insieme, per strutture mentali teologiche, la Chiesa con il Credere in Cristo.
Concordo pienamente con Magdi. Non da oggi vado scrivendo e sostenendo di essere un cristiano senza Chiesa. E se dovessi avere, io personalmente, una Chiesa, non è quella cattolica. Non lo è per la troppa fede che mi lega a Cristo Gesù. Non lo è per il Grande Spirito (lo diciamo in termini sciamanici) che è nel Dio – Cristo. Non lo è per le troppe ingerenze che la Chiesa cattolica ha avuto nella politica italiana con una apertura di credito a un mondo che è quella che ha una eredità comunista e marxista.
Ma questo come può escludere il fatto che io sono un pregante in Cristo? Mi si può dire che cado nella necessaria contraddizione o peggio nella deviante confusione. Non è così. Perché sono talmente convinto che la “struttura” della Chiesa non è nel mistero di Cristo. E la storia, non solo quella degli eretici o dei disubbidienti come Buonaiuti, Silone, Padre Pio, Natuzza e ancora avanti toccando oltre la nostra modernità, è fatta anche da personalità come Bonifacio VIII e Celestino V, è fatta anche da personalità dell’ubbidienza ma della solitudine e della sconfitta come la straordinaria figura di Benedetto XVI.
La verità ci salverà? Ma quale verità? La verità della Chiesa? Quella stessa verità che ha condannato Giordano Bruno, che ha creato un percorso difficoltoso a Tommaso Campanella, che ha portato al rogo Giovanna d’Arco? Non basta chiedere perdono.
Oggi la figura di papa Francesco cerca di riscattare il relativismo di una Chiesa che ha fatto politica (il caso Aldo Moro è una faccenda che religiosamente resta tutta aperta e tutta da chiarire a cominciare dalle sedute spiritiche, alle quali hanno partecipato cattolici in odore di presidenzialismo alla confusa lettera di Paolo VI, tentando di salvare Moro ma che ha dato il colpo di grazia ad un cattolico qual era appunto Moro giustificando così una Ragione di Stato sulla centralità della salvezza dell’uomo).
Il realitivismo è l’epoca della globalizzazione. Il cristiano si piega alla volontà della Chiesa. Ma si piega! Attenzione. Io sono un credente in Cristo.
La piazza, si diceva in questi giorni, è affollata nel nome del gesuita – francescano papa Francesco. Io di questo sono contesto ed ho scritto parola di amore, di fiducia nei confronti del nuovo Pontefice, soprattutto quando richiamando, o riecheggiando, le famose parole di Giovanni Paolo II, sottolinea l’importanza di non avere paura della speranza e la speranza è il sorriso divino.
Certo, ma questo dato non appartiene soltanto al mondo cattolico. La verità e la sapienza sono due concetti antitetici. La sapienza non ci racconta una verità assoluta. Ricordiamoci quel poco dialogare tra Gesù e Pilato: che cosa è la verità? Non bisogna assolutizzare. Un fatto è chi ha fede in me si salverà (la cristocentricità) come diceva Gesù. Un altro fatto è sentirlo dire da Bagnasco che intervene su dispute politiche.
Gesù sceglie Giuda per tentarlo ma anche per salvarlo. Gesù offre l’esempio a Barabba e vive la conversione passando per il dubbio. Ma Gesù è solo, ha con sé il divino, l’illuminazione e non parla con la ragione, non abbandona il mistero per giustificare la grazia concessa a Maria di Magdala e il risveglio di Lazzaro. Se avesse dovuto porre accanto alla fede la ragione come avrebbe fatto risorgere Lazzaro?
Il relativismo della Chiesa è una secolarizzazione che si perpetua ed è nelle ingerenze che i personaggi che la rappresentano operano. Operare in nome della santità non significa operare in nome del sociale ma nel nome del mistero e del miracolo.
Se in Gesù togliamo la luce del Miracolo e della Grazia gli abbiamo tolto la santità.
Le posizioni assunte nei confronti di Magdi Allam, in questo suo discutere, sono state veramente intolleranti. Ma il cattolicesimo è intollerante come lo è il marxismo. Due strutture che vivono di sovrastrutture e non ammettono pensieri divergenti perché se non si è cattolici nella Chiesa non si è cristiani e se non si è marxisti nel comunismo non si è marxisti nella prassi. Il cattolico è nella filosofia come il marxismo. Il Cristo è nel mistero come i grandi Iniziati, gli Illuminati, gli Sciamani che hanno la pace e la pazienza nel cuore.
Papa Francesco, nella sua prima Omelia, ha pronunciato belle parole, il suo insegnamento prosegue verso testimonianze ed esempi. Ma non basta. La vita è al di sopra di tutto e la religione non è un capitolo che deve condurre alla verità in Cristo. Cristo è fede.
Chiamatemi eretico, blasfemo, provocatore. Io resto in pace con me stesso. Non voglio appartenere a questa Chiesa e la mia visione parte da molto lontano. Questo non significa che il “Padre nostro che sei nei Cieli” non è parte integrante della mia humanitas e del mio essere credente in Chiesa, nella preghiera quotidiana di devozione in Gesù.
Io non offro oboli alla Chiesa, non pago messe ai sacerdoti, non offro lo stretto residuo dell’uno per mille. Credo nella misericordia e nell’offerta diretta a chi ha bisogno, sono in ascolto e in costante servizio dell’altro, oltre la Ragione ma con il cuore, e mi propongo ma il Vaticano è uno Stato con le sue leggi, i suoi velluti, i suoi rasi, le sue ideologie, i suoi apparati.
Cristo è morto in Croce per non aver accettato le leggi del Tempio. E lo senti dentro il tuo cuore o nessuna scritta ti può cambiare lo sguardo. O lo vivo nei tuoi occhi con la sua profondità e il suo carisma e ti tocca con la sua corona di spine oppure alcun sacerdoti o cardinale potrà mai convincermi di favole belle nelle piazze affollate. La preghiera è un volo d’aquila. O la si vive dentro, nel proprio essere e nella propria solitudine o si recita in gruppo con il cantore che fa da guida.
Ora la presenza di un Papa, che guardo con molta attenzione e profondità di spirito, gesuita francescano, deve poter dare gesti e atti di cristianità offrendo, come dono, al cristiano vero di affidarsi alla chiesa o di non riconoscerla restando sempre in Cristo. Questa sarebbe una grande svolta. Soprattutto per chi come me non crede alla funzione sociale della chiesa in nome di Cristo. La funzione sociale è una cosa ben diversa della cristocentricità nell’anima dei popoli.
La Chiesa non ha bisogno di confrontarsi con la Ragione. Anche durante la Rivoluzione Francese, Fede e Ragione (nel nome dell’Uguaglianza) era un dibattito scavato nella storia che termina con il giacobinismo. La Fede non ha bisogno di dialogare con la Ragione. Fede e Ragione sono completamente in antitesi. Da una parte il Mistero di Cristo. Dall’altra il pensare di una filosofia legata alla mente e quindi alla consapevolezza del ragionare.
Io di fronte al Cristo in Croce vivo la sofferenza, il dolore, la speranza, la provvidenza. Viaggi dentro l’anima che nessun Ragione mi può spiegare. Quando la Chiesa capirà, uso un assolutismo per eccellenza, di restare nel Mistero e nella Fede avrò compreso sia il tradimento di Cristo da parte di Giuda sia il rinnegamento di Pietro. Se qualcuno mi dovesse chiedere, in un tribunale dell’inquisizione, quale parola ascolterei tra Giuda e Pietro, non avrei dubbi: ascolterei Giuda.
Ecco perché non mi riguarda il concetto di teologia in sé. Ma io sono dentro il Mistero di una pietà cristiana che il Tempio non ha mai capito abbastanza. Per questo continuerò ad essere un cristiano senza Chiesa.
Anche per questo capisco il dolore di Magdi Cristiano Allam. Gli sono vicino e gli parlo con il cuore.
Il relativismo della Chiesa uccide il mistero di Cristo.
Pierfranco Bruni