(Gianluca Franco di In Terris) – “La Costituzione della Repubblica Federale della Nigeria del 1999 è un’imposizione dell’esercito”. Appello dei vescovi della Nigeria per la “revisione costituzionale”. Per il posto che “l’Islam come religione ha assunto nella Carta rispetto alla vita nazionale”. Nella misura in cui la Costituzione del 1999 ha svantaggiato i cristiani. E gli aderenti ad altre religioni.
Sotto-rappresentanza
“In qualsiasi luogo a maggioranza musulmana”. Questa situazione, spiegano a Fides i vescovi della Nigeria, ha introdotto forme di discriminazione. Nei confronti dei non musulmani. E il non rispetto dei diritti umani fondamentali. Come la libertà di coscienza. Gli autori della Costituzione del 1999 hanno creato tribunali della sharia per i musulmani. Questo spiega perché un cristiano non può essere nominato nella Corte d’Appello della Sharia. Così i musulmani hanno in esclusiva un tribunale che regola i loro affari. Al quale possono essere nominati solo giudici della loro fede. Lo stesso non accade per i cristiani. O per le persone di altre religioni. Si crea così dal punto di vista costituzionale una grave disuguaglianza. E una sotto-rappresentanza nella magistratura nigeriana.
Allarme Nigeria
“Per garantire la pace e l’unità della nazione, si deve porre fine a uno status speciale. Quello di cui l‘Islam gode di fatto nella nostra Costituzione. Mentre l’Islam è menzionato molte volte nella Carta, non c’è una sola menzione del cristianesimo. O di qualsiasi altra religione nella Costituzione”. Sos della Conferenza Episcopale della Nigeria al Senato. Per la revisione costituzionale. Nel 1999 cadde la dittatura militare. Ma si cercò di tutelare il processo di democratizzazione. Perciò si lasciò nella nuova Costituzione ampio margine di libertà. Ai governatori dei diversi Stati. In merito al tipo di sistema legale da applicare nella propria giurisdizione. Permettendo nel corso degli anni a 12 Stati del nord della Federazione di adottare la Sharia. Anche in ambito penale.