DI MAURIZIO MOLINARI, CORRISPONDENTE DA GERUSALEMME PER “LA STAMPA” – Con un attacco di droni nella città yemenita di Mukalla il Pentagono ha eliminato Nasser bin Ali al-Ansi, il colonnello di Al Qaeda che in gennaio aveva rivendicato il sanguinoso attentato alla redazione del magazine satirico francese “Charlie Hebdo”. L’attacco è avvenuto in aprile e al-Ansi è stato ucciso assieme al figlio e ad altri jihadisti. Solo ora arriva la conferma da fonti militari americane, attraverso il website “SITE”, dopo l’esame del dna dei resti delle vittime. Mukalla è la città yemenita dove il mese scorso Al Qaeda fece una prova di forza, occupandone i palazzi del potere per far fuggire circa 300 propri militanti incarcerati. Non si può escludere che ciò abbia portato Al Qaeda in Yemen ad essere più vulnerabile alla costante caccia dei droni del Pentagono. Nasser bin Ali al-Ansi era apparso in passato in video di Al Qaeda anche sulla cattura e l’uccisione dell’ostaggio americano Luke Somers. Nato in Yemen, volontario con i mujaheddin in Bosnia a metà degli anni Novanta e quindi al fianco di Osama bin Laden in Afghanistan – dove fu nominato “Emiro” dell’area di Kabul – Nasser bin Ali al-Ansi dopo l’11 settembre 2001 andò nelle Filippine per far crescere il network jihadista e quindi raggiunse in Yemen l’area di più forte insediamento di Al Qaeda lontano dal Pakistan. Negli ultimi tempi aveva assunto il ruolo di portavoce di Al Qaeda sulle operazioni dei propri jihadisti, in Siria e altrove. La riuscita eliminazione da parte del Pentagono, dimostra la capacità dei droni Usa di operare in Yemen anche in presenza della crisi militare in atto, che ha privato la Cia dell’uso delle basi di cui disponeva nel Sud del Paese.