Genova – Un percorso nel Medioevo settecento anni dopo la morte dell’ultimo Maestro Generale, nell’antico ospitale meta di pellegrini e crociati. Il percorso storico dei Templari, tra il XII e il XIV secolo, favorito da tutte le componenti della società medievale, ha fortemente inciso sulla concezione stessa dell’identità europea con la forza di una nuova regola di tipo monastico-militare basata su valori universali: la protezione dei deboli, l’abnegazione al dovere, la subordinazione degli interessi particolari al bene generale. Sulla base di queste premesse, la Fondazione DNArt in collaborazione con diverse Istituzioni e realtà locali, ha promosso la realizzazione di un percorso espositivo sull’Ordine del Tempio e sul complesso contesto storico ad esso collegato, curato da Cosimo Damiano Fonseca, Giancarlo Andenna e Hubert Houben. La mostra allestista a Commenda di Prè, attraverso l’esposizione di importanti, significativi ed inediti reperti storico-artistici e grazie all’apporto di specialisti internazionali, presenta come un viaggio di scoperta e approfondimento storico artistico, in grado di recuperare la ricchezza e la complessità di un caso paradigmatico, quale la nascita e la tragica fine dell’Ordine del Tempio. Il percorso espositivo, che si articola in 8 sezioni tematiche, dà particolare rilevanza a due elementi fondamentali della storia dei Templari: il fascino dell’Oriente e il processo contro il Tempio. Personaggi carismatici circondati da un forte alone di fascino, come il leggendario e ultimo Gran Maestro, Jacques de Molay, morto sul rogo il 18 marzo del 1314, soprattutto frati antiascetici e guerrieri antieroici, come li descrive Simonetta Cerrini nel suo libro La Rivoluzione dei Templari (Mondadori): uniti nella difesa dei più deboli, senza seguire appartenenze geografiche definite, costantemente alla ricerca di valori universali. Alla Commenda ogni visitatore potrà disegnare un percorso personalizzato nelle otto sezioni tematiche (ciascuna identificata da simbolo, storia e personaggi, letture): il sigillo, la regola, San Bernardo, Innocenzo II e Anacleto II, Gerusalemme, i rapporti tra Europa e Crociate, tra l’Italia e i Templari, il Graal, la loro iconografia, il Giglio. L’ultimo capitolo è incentrato sui rapporti tra Clemente V e Filippo il Bello, che perseguì i Cavalieri del Tempio, ormai troppo scomodi e autonomi rispetto a ogni potere, perché uomini alla ricerca dell’essenza e non della forma. Con la loro fine è cominciata la grandezza del loro mito che continua a colpire la fantasia di un immenso pubblico da sette secoli, non pochi e non per caso.