(Riccardo Cristiano di Globalist) – Se Marx diceva “proletari di tutto il mondo unitevi”, oggi non si avverte il bisogno che qualcuno dica “moderati di tutto il mondo unitevi”? Per riuscirci si avverte l’urgenza di una nuova categoria che viene sempre più richiesta dal confronto pubblico. Questa categoria la definirei come “cattolici moderati”. Il cattolico moderato lo immagino come il più conosciuto “musulmano moderato”.
Cioè un cattolico moderato che, come il musulmano moderato, non urla come un ultras che esulta per la vittoria della sua squadra del cuore, non inveisce contro i tifosi dell’altra squadra.
Il cattolico moderato, ad esempio, sa che picchiare, aggredire, non è carino. E questo non si fa soltanto con le mani, ma anche con le parole. Definire “contro-natura” qualsiasi manifestazione d’amore spirituale è grave e lui dovrebbe sapere che offende la sua fede, visto che crede che Dio è amore. Proprio come lo sa un musulmano moderato, visto che dovrebbe sapere che il suo Dio non gli ha chiesto di sottomettersi, ma di amarlo. I primi esegeti del Corano hanno trasformato questo concetto coranico in omaggio alla cultura che conoscevano, quella dell’epoca dell’Ignoranza, ma il musulmano moderato sa leggere il testo sacro e quindi capisce che quel vocabolo è stato trasformato da chi voleva uniformare l’islam alle culture ad esso precedenti.
Davanti allo spettacolo da Colosseo offerto in un noto emiciclo il cattolico moderato pensa naturalmente a chi soffre, a chi è discriminato, non alle sue pur importanti idee. Dunque nel cattolico moderato, come nel musulmano moderato, chi viene prima di tutto è la vittima: se questo ci è noto per il cristianesimo è chiaro anche al musulmano moderato che conosce la storia di Ismaele, il suo capostipite, scacciato nel deserto ancora bambino solo perché figlio di una schiava.
Il cattolico moderato ricorda che dicendo “ama il prossimo tuo come te stesso”, non si è detto che il nostro prossimo è come noi, ma che è diverso da noi. Altrimenti si sarebbe detto “ama te stesso, l’amore per il prossimo verrà di conseguenza, essendo identico a te”. In quell’emiciclo, divenuto improvvisamente così simile al Colosseo, di amore per l’Altro se n’è visto poco. Il cattolico moderato dunque sarà stato a disagio. Lui non può essere ideologico, perché non ama un’idea, ma una persona. Non vuole imporre un’idea di amore, ma vedere l’amore concreto di Dio per tutti i suoi figli.
Il cattolico moderato si sarà anche reso conto che chi difendeva il diritto di non essere discriminati o maltrattati anche lui difendeva “idee”, non solo persone. E sarà stato perplesso di questo. Ma il cattolico moderato pensa alla libertà di tutti, non solo alla sua.
Certamente la legge Zan aveva tratti ideologici che al cattolico moderato non avranno convinto. Ma è strano quel prete che sul web avrebbe scritto “se passa la legge Zan e io negherò una benedizione a una coppia gay mi manderanno in galera”: sembra pensare alla sua libertà, cioè a poter fare come gli pare senza rischiare di andare in galera, non a dire perché negherebbe a due persone che si amano una benedizione, che vuol dire richiesta di aiuto divino. Non deve aiutarle Dio? Devono rimanere al buio? E perché? No, a me non sembra che quel prete avverta il bisogno di spiegare perché negare una benedizione, si chiede se sarà libero di farlo, così… Qui c’è un’idea interessante: io devo essere libero di non benedire. Un po’ come dovrei essere libero di non scaricare il Green Pass. Un cattolico molto noto e molto poco moderato, infatti, ha mandato un saluto affettuoso ai manifestanti di Piazza del Popolo. Per il loro diritto di non sottoporsi al vaccino o all’obbligo di Green Pass. Essendo il Green Pass un po’ come la patente di guida, siamo alla benedizione del diritto di non sottoporci alla scuola guida. Non bisogna essere liberi di guidare se lo vogliamo?
Che da certi ambienti ecclesiali venissero ora lezioni di liberismo integrale è sorprendente. Un liberismo che non conosce nessuna forma di moderazione. Ma che sembra voler impedire ad altri di essere liberi, ad esempio di amare, come ritengono.