Terni (da Due Mondi News) – Nel centro storico di Terni, tra le vie del rione Rigoni, si nasconde una piccola perla del nostro territorio dimenticata per lungo tempo: la chiesa di Sant’Alò.
La parrocchia, sorta tra l’XI e il XII secolo sui resti di un edificio di culto romano dedicato alla dea Cibele, come potrebbero testimoniare i due leoni posti all’ingresso che accompagnano la simbologia della dea pagana, prende il nome da Santo Aloysius, un orfano che visse alla corte dei Merovingi, patrono degli orfani e degli orafi.
La chiesa nel tempo passò di mano dagli eremitani di Sant’Agostino alle monache francescane fino a giungere all’Ordine dei Cavalieri di Malta. Soppressa come parrocchia nel 1656 cadde poi in abbandono e fu utilizzata per lungo tempo come magazzino per il carbone. Ristrutturata nel secolo scorso è poi stata concessa in uso alla comunità ortodossa.
All’interno di Sant’Alò spiccano due particolari interessanti tra gli affreschi: una croce patente e la raffigurazione della Maddalena con la coppa in mano, simboli di sicura valenza per l’Ordine dei Templari che potrebbe essere stato custode del luogo prima del passaggio ufficiale ai Cavalieri di Malta.
Costruita in epoca romanica sfruttando materiale di precedenti strutture, presenta nelle mura esterne numerose parti di sculture romane e longobarde, utilizzate come decorazioni.
Al suo interno la chiesa è divisa in tre navate da due file di colonne e pilastri nel classico stile delle chiese romaniche. Le nicchie nelle pareti e l’abside sono ricche di affreschi di epoca medievale, tra cui spiccano le curiosità di cui vi abbiamo parlato.
Che sia stata o meno sede dei Templari, la chiesa di Sant’Alò conserva intatto il suo fascino storico che attraversa i secoli e ci mostra oggi un insieme di elementi romani e medievali perfettamente coniugati in un’opera architettonica unica.
Ringraziamo per le foto della chiesa l’archeologa ternana Lavinia Ansidei esperta conoscitrice del nostro territorio e delle meraviglie che nasconde.