Treviso (Roberto Grigoletto di Oggi Treviso) – Della sua passione per il Sommo Poeta e dei suoi recital danteschi, nel cortile del condominio di Biban di Carbonera dove abita, il nostro giornale aveva già parlato, circa un anno fa, intervistandolo. Lo abbiamo chiamato, l’altro ieri , il prof. Giorgio Battistella, al suo rientro dopo un tour ciclo-dantesco (manco a dirlo) iniziato ad Arquá Petrarca e conclusosi quindici giorni dopo a Prato. Quindici le stazioni: Ferrara, Ravenna, il castello di Gradara (“nido d’amore” di Paolo e Francesca, protagonisti del canto V dell’Inferno). E poi ancora: Senigallia, Trevi, Bastia Umbra, Sinalunga, Arezzo. “Pronto” – ci risponde praticamente appena sceso dalla sella della sua bici “Durante” (nome a caso naturalmente…).
“Professore allora, come è andata?”
“Beh, che dire?
“Non lo so, ce lo dica lei? Come le è venuto in mente di fare questo… ciclodante?”
“Nel settecentesimo anno dalla morte di Dante ho voluto provare ad abbinare due mie passioni: quella per la bicicletta e l’altra per l’Alighieri”.
“E l’operazione bicidantesca è riuscita?”
“Ho visto posti stupendi e ho trovato grande ospitalità”
“Anche Dante che lei portava a spasso è stato accolto bene?”
“Le serate dantesche hanno ottenuto grande interesse e lusinghieri apprezzamenti”.
Eh sì, perché il prof. Battistella, insegnante di religione, membro della Società dantesca di Treviso, con una venerazione per Dante e per la Divina Commedia che conosce a memoria, a ogni tappa, sul fa della sera (con ingresso libero) ha recitato un canto. Ad ascoltarlo un bel pezzo Italia, quella attraversata nei 2000 chilometri percorsi.